Un TIR simpatico ma un po’ troppo rumoroso per Mozart

Genio ed enfant prodige, rivoluzionario per natura, pronto a disertare gli austeri teatri di corte per produrre il suo estremo capolavoro (Il flauto magico) in un teatrino di second’ordine con un impresario folle, Wolfgang Amadeus Mozart probabilmente si sarebbe divertito ad assistere al suo primo singspiel (Bastiano e Bastiana)realizzato su un TIR.

Ieri sera la prima dello spettacolo è stata accolta con calore da un pubblico interessato e divertito. Una buona partenza per questa curiosa iniziativa che Davide Livermore aveva sperimentato in Spagna e ora ha trasferito qui a Genova per il Teatro Nazionale.

Il pesante mezzo, lungo 9 metri e largo poco più di 2, grazie a un complesso sistema idraulico si apre come una scatola magica, trasformandosi in un vero e proprio palcoscenico, largo 15 metri, profondo 8,5 metri e altrettanto alto, capace di accogliere luci, scenografie e tutti quei meccanismi scenici necessari alla realizzazione di uno spettacolo, musicale come di prosa.

Bastiano e Bastiana, una coproduzione con il Carlo Felice, portava la firma dello stesso Livermore per la regia e l’impianto scenico. I costumi sono di Josè Marie Adame, la direzione musicale di Aida Bousselma, alla tastiera. Il cast prevede il tenore Valentino Buzza (Bastiano), il soprano Giorgia Rotolo (Bastiana), il baritono Jorge Eleazar (Colas) e gli attori Cristiano Dessì, Sergio Gil, Paolo Li Volsi e Valentina Virando. L’apporto strumentale è garantito dall’ottimo Quintetto d’archi del Carlo Felice (Giovanni Fabris e Pier Domenico Sommati, violini, Giuseppe Ambrosini, viola, Riccardo Agosti, violoncello, Andrea Lumachi, contrabbasso).

Livermore ha creato una scenografia colorita, fiabesca, bellissima, pur in uno spazio limitato. L’azione è incalzante e simpatica. Non si dimentica di essere in un teatro di prosa e all’inizio, nella introduzione che precede l’Ouverture fa discutere gli attori sull’opportunità di rappresentare Mozart o Cechov. Gli attori si affiancano poi ai cantanti con funzione di “coro”: commentano, interagiscono e fanno anche i rumoristi (la bella scena “del temporale) . Le gags si alternano alla partitura mozartiana, a volta eccessive, ma accettabili per uno spettacolo in piazza che “ammette” certe libertà, persino il dialetto genovese messo in bocca alla simpatica Bastiana (ex allieva del nostro Conservatorio).

A compromettere in parte la qualità dello spettacolo ben congegnato e interpretato,  un’amplificazione eccessiva che ha appiattito tutto verso l’alto: gli attori sono diventati urlatori, lo strumentale ha perso la morbidezza e la duttilità che il Mozart dodicenne ancora barocco richiede. Per le repliche ci permettiamo di consigliare di rivedere questo aspetto.

Bravissimi comunque tutti gli interpreti, dal soprano Giorgia Rotolo, voce duttile e ben governata e presenza scenica gradevolissima per proseguire con i suoi colleghi cantanti, gli attori assai spigliati e l’ineccepibile gruppo strumentale.