Papa Giovanni Paolo II in occasione dell’ottocentesimo anniversario dalla morte la definì “profetessa della Germania”, poi il 7 ottobre 2012 Papa Benedetto XVI la proclamò Santa, unitamente allo spagnolo Giovanni d’Avila. E’ Ildegarda di Bingen (1098- 1179), Dottore della Chiesa universale, donna straordinaria più che anticipatrice dei tempi. Nella lettera apostolica di Papa Benedetto XVI si legge: “Il prestigio spirituale di Ildegarda crebbe sempre più, tanto che i contemporanei le attribuirono il titolo di profetessa teutonica. E’ questo, cari amici il sigillo di un’esperienza autentica dello Spirito Santo, sorgente di ogni carisma. La persona depositaria di doni soprannaturali non se ne vanta mai, non li ostenta e, soprattutto, mostra totale obbedienza all’autorità ecclesiale. Ogni dono distribuito dallo Spirito Santo, infatti, è destinato all’edificazione della Chiesa, e la Chiesa, attraverso i suoi Pastori, ne riconosce l’autenticità”.
Anche la musica dovrebbe celebrarla, per la figura modernissima e per la carica innovativa che la rende una delle prime, se non l’antesignana, delle compositrici. Ma partiamo dall’inizio, seppur necessariamente a sommi tratti. Benedettina, per la salute malferma fu mandata all’età di otto anni, in convento guidata da Jutta di Sponheim. Prese i voti tra il 1112 e il 1115 e la sua esistenza fu costellata da fatti inspiegabili oltre che da visioni di potentissima luce. Come scrisse Ildegarda stessa: “Le visioni che ho visto, non le ho percepite in sogno o dormendo, né in stato di frenesia o con occhi ed orecchie corporali e non le ho percepite in luoghi nascosti, ma le ho ricevute secondo la volonta’ di Dio da sveglia, osservando nella pura mente con gli occhi e le orecchie interiori in luoghi aperti”.
La sua opera principale intitolata “Scivas” raccoglie 35 visioni dalla Creazione del mondo alla fine dei tempi che vennero approvate da Papa Eugenio III e raccolsero consensi da Bernardo di Chiaravalle e dai Cardinali del Concilio di Treviri. La sua fama arrivò a toccare anche la dimensione strettamente temporale, diventando persino consigliera di Federico Barbarossa e ammorbidendone le politiche anticlericali.
Come si legge sul sito dell’associazione Hildegard von Bingen “I Papi successori di Eugenio III (Anastasio IV, Adraiano IV e Alessandro III), ebbero scambi epistolari con lei, ma anche altri personaggi di grande rilievo dell’epoca, come il conte Filippo d’Alsazia. All’età di 60 anni iniziarono i suoi viaggi di predicazione in pubblico per la Germania, da Bamberg fino a Metz sulla Mosella e a Liegi. Percorsi sicuramente faticosi, considerati i disagi a cui erano sottoposti i viaggiatori dell’epoca, costretti a muoversi con le imbarcazioni o a cavallo anche sotto le intemperie e considerata, soprattutto, l’età della monaca”.
Diplomatica sì, ma pure rivoluzionaria: è citata come compositrice, cosmologa, omeopata in nuce, esperta di piante medicinali, tecniche di purificazione e moxibustione. Predicava il digiuno per ritrovare l’equilibrio e il rispetto del corpo, nella sua concezione un tempio da proteggere ed adornare. E’ rimasta famosa nella storia con le consorelle anche per l’abitudine di mettere il “vestito buono” e gli ornamenti nel giorno del Signore.
La musica per Ildegarda era prolungamento della spiritualità, un modo per arrivare a Dio, ma pure un vettore del raccontare pulsioni e passioni terrene (tra le sue testimonianze ad esempio si legge “La musica terrena viene dalla Terra, tuttavia non è legata alla Terra, per questo il musicista e chi ascolta la musica sopravviverà”)tanto da arrivare ad un linguaggio estremamente moderno anzi, modernissimo per i tempi. Fece largo uso del cromatismo anche nelle melodie principali e seguì uno stile personale, ben oltre le codifiche del tempo. Tante le opere non pervenute sino ai nostri giorni, mentre da i documenti più rilevanti si annovera la “Symphonia harmoniae celestium revelationum”. Una figura ancora da approfondire (cliccare qui ), all’uopo rimandiamo all’opera “Music for the Paradise – The best of Hildegard von Bingen”, Deutsche Harmonia Mundi del 2011.
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