Bridgerton, la musica tra i punti di forza della nuova serie tv Netflix

Tra i period drama che spopolano su Netflix spicca la nuova serie tv “Bridgerton” tratta dalle opere della scrittrice Julia Quinn ed ambientata nella prima parte dell’Ottocento. Una partenza in volata, visto che è in streaming dal 25 dicembre 2020, complici sicuramente le ambientazioni, gli abiti (oltre 7500 tutti realizzati appositamente e sartoriali) e i personaggi scelti ad hoc, come gli affascinanti protagonisti Regé-Jean Page  e Phoebe Dynevor, anche se tutti gli otto fratelli Bridgerton di cui vengono tratteggiate vite ed amori hanno qualcosa di caratterizzante così come i personaggi secondari. Il cast è riuscito e multietnico, impossibile negarlo.

Filo conduttore dell’intera prima stagione il debutto in società di Daphne Bridgerton (la giovanissima “prima donna”  sfoggia ben 104 abiti in otto episodi), che cerca marito nell’alta società sino ad attirare addirittura il proverbiale “principe azzurro”, ma finendo con innamorarsi dell’ombroso duca. Scandali, simboli (come quello dell’ape per i Bridgerton che verrà svelato compiutamente nella prossima  stagione), fino ai riferimenti alla regina (la mozaraba Carlotta nella realtà) di origini  straniere oltre che alla pazzia di re Giorgio III, ma anche il riflesso sull’abolizione della schiavitù contemplata dall’Inghilterra nel 1807.

Molto interessante, ed è quello che in questa sede ci interessa, la parte musicale sicuramente non filologica che avvicina lo spettatore a quel “piccolo mondo antico”, infarcito di perbenismo e di convenzioni che, a ben guardare, ancor oggi ci portiamo in parte dietro come lascito culturale, stereotipi annessi. L’argomento sarebbe molto vasto, ma qui tra le tante opere musicali pensiamo in particolare alle cover trascritte e rivisitate dal Vitamin String Quartet come “Thank u, next” (di Ariana Grande), “Girls Like You” (Maroon 5), “Bad Guy” (Billie Eilish), “In my Blood” (Shawn Mendes)  oppure “What Would I Do” firmato Strawberry Guy  o ancora le composizioni di Kris Bowers che, non a caso, si fregia di un Emmy. Come si legge su Entertainment Weekly “E’ fonte di orgoglio poter partecipare a questo progetto – dichiara l’artista- ma anche lavorare con così tanti straordinari musicisti in remoto che hanno messo il cuore in questa colonna sonora”.  Suoi ad esempio “The latest Whistledown”, “What Women do best”, “Call Me Simon”, “Feeling Exceptional” , “Love is a Choice”, “Miserable Together, Happy Apart” e soprattutto il grande insegnamento romantico delle intricate e passionali vicende: “A Love based on Friendship”. Per concludere la responsabile della musica Alexandra Patsavas ha sottolineato su diversi media la volontà di questa finestra temporale in note sul futuro, con chiari omaggi alla musica pop, ma scelti in modo da rispecchiare totalmente le luci e le ombre dell’aristocrazia inglese del tempo e da sottolineare con impatto emozionale e intellegibile lo storytelling della serie nei suoi punti fondamentali.