Otto splendidi tromboni per la GOG

Tre celebri partiture per un organico assolutamente originale. Ieri sera, al Carlo Felice,  la Giovine Orchestra Genovese ha ospitato l’ensemble “Trombone Unit Hannover”, otto giovani strumentisti ( Angelos Kritikos, Karol Gajda, Tobias Schiessler, Maciej Prokopowicz, Michael Zuhl, Andras Bogacs, Mikael Welin Vessberg, Lars Karlin) di solida preparazione che hanno dato vita ad uno spettacolo davvero piacevole.

Lars Karlin è anche l’arrangiatore del gruppo. E si devono a lui le trascrizioni che si sono ascoltate e che hanno offerto una efficace dimostrazione delle potenzialità del trombone, un ottone capace di forti sonorità, ma anche di dolcezza,  di lirica cantabilità, ma anche di sorprendenti agilità.

Il programma, dunque, si è aperto con la Suite di Haendel “Musica per i reali fuochi d’artificio”, partitura brillante, d’occasione, composta su commissione del Re Giorgio II per festeggiare la pace di Aquisgrana. I sei movimenti sono stati restituiti con brillante sonorità in un insieme compatto per il suono e ben equilibrato.

Poi un capolavoro del Novecento quale “Romeo e Giulietta” di Prokof’ev, opera affascinante per il piglio drammatico, ma anche per un’orchestrazione assolutamente straordinaria. Il confronto con l’originale era dunque particolarmente rischioso. Karlin è riuscito tuttavia a costruire una partitura ricca di colori e di belle soluzioni espressive che se non può, naturalmente, competere con quella di Prokof’ev, si fa tuttavia apprezzare e risulta godibile, anche per la bravura degli otto strumentisti che assicurano coesione, perfetto affiatamento e una intonazione ineccepibile.

Se l’opera di Prokof’ev rappresentava una scommessa complicata, il successivo lavoro di Mussorgskij, “Quadri di una esposizione” costituiva uno scoglio quasi inimmaginabile: non tanto, naturalmente per l’originale del compositore russo, per pianoforte, quanto per la trasposizione orchestrale, magnifica, che ne ha fatto Ravel e che tutti hanno nelle orecchie.

Anche in questo caso, fatte le dovute  proporzioni, il lavoro di Karlin è risultato encomiabile: la lirica discorsività della Promenade, il vivace saltellare dei pulcini, le tragiche, profonde atmosfere delle catacombe sono state colte dagli otto tromboni attraverso una ampia gamma di soluzioni  espressive: la imponente “Grande porta di Kiev”   ha brillantemente chiuso con forti sonorità una esecuzione sicuramente impegnativa che ha messo a dura prova le labbra dei giovani strumentisti.

Applausi calorosi e meritati