Guglielmo Spotorno: il pensiero prima del colore

È in partenza alla Fiera di Piazzale Kennedy ArteGenova la Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea giunta ormai alla sua diciassettesima edizione. Un appuntamento attesissimo con nomi altisonanti quali Schifano, Wharol, Christo, Carrà.

Nello spazio di Satura sarà presente anche Guglielmo Spotorno con alcune opere tra cui anche quelle che sono appena state esposte all’Expo di Dubai.

Parlare delle sue opere senza parlare dell’uomo è impossibile: c’è una forte aderenza, anzi una totale coincidenza tra la persona e la sua pittura.

Il suo percorso artistico si delinea frequentando la galleria d’arte Spotorno, inaugurata a Milano negli anni ‘50 dalla madre Enrica, che presenta Maestri come Martini, Casorati, Sironi. Questo confronto diretto con importanti artisti definisce il suo approccio alla pittura così come i suoi studi, in particolare quelli in Filosofia e la tesi in Estetica Metafisica.

Per Spotorno la ricerca filosofica e quella artistica sono nate quando era bambino. La prima si è manifestata in modo semplice, quasi elementare: la curiosità di chiedere il come e il perché. È accaduto anche per l’arte: ha cominciato a disegnare prima di scrivere. Nulla di originale. La sua pittura non è mai una rappresentazione del vero, ogni quadro è in qualche senso un’attesa a una risposta. L’attitudine programmatica della sua pittura è già sintetizzata nei primi disegni: reale e irreale si fondono, l’immagine amplifica i fatti della cronaca o del proprio vissuto.

Tutta l’arte si basa sulle idee, ma queste non sono concetti. Non sono nemmeno parole. Nelle immagini concretizza il suo pensiero, le sue intuizioni e le sue emozioni, tratteggiandoli con gesto veloce e colori accesi che dichiarano come l’artista guardi la realtà ad occhi spalancati, senza timore.

Ogni opera è la visualizzazione di un ragionamento eidetico, concernente il piano logico dell’azione creativa. La sintesi pittorica di Guglielmo Spotorno s’inscrive in una lunga storia di studi filosofici, di analisi razionale della società contemporanea e postmediale alla cui base l’artista identifica la sfera come forma e misura del creato, principio che regola la natura e la conoscenza. La complessità della sua pittura coglie una ragione identitaria nel suo approccio filosofico capace di sfociare in un lemmario di ricerca pressoché infinito.

L’idea s’impossessa della realtà. Per Spotorno dipingere non è evadere dal mondo, ma al contrario, è indagarlo alla ricerca delle dinamiche che lo muovono. È soddisfare la sua urgenza di conoscenza. Ciò che fa della sua arte una visione unica a livello mondiale è la varietà di temi accompagnati da una tecnica capace e profonda, e una riflessione dello spirito o della mente che precede sempre l’attimo nel quale il colore dà forma alle sue idee.