“Delirio di una notte d’estate”, il teatro di prosa degli Scatenati: un’ora per i sogni in libertà
Foto di Roberto Materassi

“Delirio di una notte d’estate”, il teatro di prosa degli Scatenati: un’ora per i sogni in libertà

Vista da sotto l’ombrellino rosso del fauno Puck, la realtà onirica del “Delirio di una notte d’estate” messo in scena dalla Compagnia Teatrale Scatenati, al debutto martedì sera al Teatro Ivo Chiesa, non sembra affatto male: amori che sbocciano a comando e come fiori estivi si spengono, per poi rinascere, miraggi di uguaglianza e fazzoletti rossi al collo, dame di compagnia socievoli quanto equivoche, desideri che alla fine si realizzano.

Sarà la cantaridina, di cui Puck si fa spacciatore anche per gli spettatori in sala, sarà la voglia di esserci, repressa nei due anni di pandemia e ora esplosa, ma lo spettacolo messo in scena dalla compagnia di detenuti della Casa Circondariale di Genova Marassi e prodotto da Associazione Teatro Necessario Onlus fa il pieno di pubblico e raccoglie generosi e meritati applausi. Sì, perché i ragazzi, diretti da Sandro Baldacci, anche autore, assieme a Fabrizio Gambineri, del testo liberamente ispirato al “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, sono, in una parola, bravi.

Osservandoli, spesso e volentieri ci si dimentica il non detto, ovvero la realtà del carcere, se non fossero i dettagli a rivelarlo: la saracinesca grigio antracite che blocca la vista del palcoscenico e che alla fine si chiude inesorabile, tagliando a metà abbracci e strette di mano fra chi è libero e chi no; o gli oggetti di scena ritagliati nel cartone, la sega da falegname, la chiave inglese, il martello da campeggio preferito a quello reale.

Il "Delirio" alla Sala Ivo Chiesa

Se si chiude gli occhi a tutto questo, si può guardare davvero. Allora si vede un fauno Puck, alias Igor Chierici, che conduce lo spettatore su un palco illuminato di pianeti fluorescenti destinati ben presto a scomparire, aprendo lo sguardo su un palco vuoto, attraversato da quinte bianche, che affida alle luci essenziali e sapienti la creazione degli spazi. Shakespeare, qui, è ridotto al minimo, perché la foresta del “Sogno” è sostituita da una periferia tamarra, popolata di boss della malavita, trafficanti e spacciatori, bulli e pupe che si inseguono nel sogno, appunto, di una vita felice. Ma il Bardo si fa comunque sentire, perché la freschezza degli intrecci, l’originalità delle invenzioni, sono tutte sue. Di loro, i ragazzi della Compagnia Teatrali Scatenati mettono uno spiritoso ed efficace melting pot di accenti: così, il dialetto romagnolo si mischia alla calata nordafricana, qualche cadenza dell’est, ispanismi, cantilena genovese e adorabile intonazione partenopea, tutto fuso insieme a significare la vastità di un mondo variegato che spesso ignoriamo.

Assieme a pochi colleghi professionisti – Caterina Bonanni, Luca Cicolella, Michela Gatto e Cristina Pasino – è Puck, con un soprabito di pelle rivestito all’interno di boccette stupefacenti – a tenere le fila del racconto a soffiare la corrente su cui si muovono, orchestrati da Nicoletta Bernardini, i dodici attori della compagnia: Abderrazzak Alloud, Aldo De Marco, Augustin Iulian Dogaru, Larry Escobar, Giorgio Girotti, Alfredo Mazza, Taulant Meminai, Oussama Moussaoui, Senadin Omerovic, Luca Parisi, Hichem Soltani, Besian Tola bene incarnano il ruolo che è stato loro assegnato e alla fine si godono uno scroscio di applausi, con il sorriso di chi è felice di quello che ha fatto.

Colori fluo con red touch di paillettes, scarpe fucsia che brillano al buio, boa di piume e ventagli, anche gli originali costumi di Marta Balduinotti partecipano alla festa.

La serata culmina con una parentesi istituzionale: la consegna della Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica a Mirella Cannata, presidente dell’Associazione Teatro Necessario Onlus, davanti al sindaco di Genova, Marco Bucci, a Alberto Anfossi, segretario generale della Compagnia di San Paolo, a Monsignor Nicolò Anselmi e ai rappresentanti del Rotary Club, oltre che alla nuova direttrice del carcere di Marassi Tullia Ardito.

Alla fine, applausi convinti per tutti. Repliche fino al 24 aprile al Teatro Ivo Chiesa e, dal 26 al 28 aprile, al Teatro dell’Arca.