Camogli: Solenghi “clona” Govi

Come si può riprendere il teatro di Govi? Imitando il grande e indimenticabile attore genovese? Oppure, cercando di dare un taglio totalmente diverso?

Tullio Solenghi ha optato per una terza soluzione: “L’ho clonato. Govi, infatti, è ormai una maschera  ligure e allora se non ho problemi a rifare Arlecchino non debbo averne a riprendere Govi….”. E a guardare le foto di Solenghi truccato da Govi per le prove, davvero si può dire che di clonazione si tratta: identico!

Tullio Solenghi sarà il regista e il protagonista dei Maneggi per maritare una figlia, la celebre commedia di Nicolò Bacigalupo che fu tra i cavalli di battaglia di Gilberto Govi. La commedia debutterà al Teatro Sociale di Camogli venerdì prossimo grazie a una coproduzione tra lo stesso Sociale (alla sua prima iniziativa del genere) con il Teatro Nazionale di Genova e il Centro teatrale Bresciano.

“Da ottobre 2021 a maggio 2022 – ha dichiarato il direttore del Sociale, Giuseppe Acquaviva – il Teatro Sociale Camogli ha aperto il sipario 60 volte, dando spazio a tutti i generi di musica e di spettacolo e facendo rete con il circuito teatrale nazionale. Un impegno ricambiato dal pubblico, che non ci ha mai abbandonato neanche nei momenti più difficili dovuti al ritorno dell’emergenza sanitaria. Una Stagione così intensa non poteva che chiudersi con un’iniziativa altrettanto ricca: il primo Festival Gilberto Govi, con cui rendiamo omaggio alla più grande e rappresentativa maschera teatrale di Genova e della Liguria, amata in tutta in Italia.”

Un cartellone, dunque, dedicato alla grande “maschera” genovese programmato da venerdì fino al 5 giugno, con dibattiti, conferenze e diverse commedie messe in scena da varie compagnie.

Solenghi e Alinghieri durante le prove

 

Nei Maneggi, scene e costumi porteranno la firma di Davide Livermore; accanto a Solenghi, Elisabetta Pozzi vestirà i panni di Giggia, la moglie, l’indimenticabile Rina. Il cast sarà completato da Roberto Alinghieri (Venanzio e assistente alla regia), Stefania Pepe, Laura Repetto, Isabella Loi, Federico Pasquali, Pier Luigi Pasino, Riccardo Livermore.

Perché i Maneggi?

“Secondo me – dice Solenghi –  è la commedia in cui la maschera goviana si prende più spazio. Ha una trama più esile rispetto ad altri suoi lavori il che fa emergere in maniera ancora più forte Govi”.

L’amore di Solenghi per Govi ha radici lontane: “E’ una storia di tanti anni fa. Ero un ragazzino, abitavo a Sant’Ilario. Un giorno stavo giocando a pallone con i miei amici quando ci arrivò la notizia che Govi stava pranzando con la moglie Rina al Ristorante Lillo. Ci precipitammo per conoscerlo. Lui fu cordialissimo: ci fece un autografo su un tovagliolino di carta mettendo sopra la firma uno schizzo con il suo volto. Ne rimasi affascinato e da allora ho sognato di interpretarlo”.

Govi e la moglie Rina improvvisavano spesso sul palcoscenico. Una delle gag più celebri dei Maneggi, si racconta sia nata per caso: durante una recita, al momento di allacciarsi il panciotto, Govi sbaglio ad abbottonarlo per cui gli rimase un bottone (un “pomello”) senza la relativa asola. La consorte lo prese in giro in scena e Govi inventò la gag con la famosa frase “gassetta pomello, gassetta pomello”:  “Noi – dice Solenghi – non improvviseremo. Per me la comicità è matematica. Un conto è se si fa un oneman show; qui c’è un testo supercollaudato non si può scantonare”.