GOG, il dialogo continuo tra Fung e Fujita convince la platea di intenditori

Non c’è stato un solo protagonista al concerto di lunedì 16 maggio alla GOG presso il Teatro Carlo Felice di Genova, semmai una pratica dialogica di due musicisti che richiama Platone, perché mostra un contatto di anime, quello che viene solo dalla profonda conoscenza. “Se ci conosceremo – scriveva Platone-, noi sapremo forse anche qual è la cura che dobbiamo avere di noi stessi; se non ci conosceremo, non lo sapremo mai”.

Grande intesa dunque per i due giovanissimi Maestri Zlatomir Fung,violoncellista, e Mao Fujita, pianista, che hanno appassionato la platea senza cedimenti: da Jurij Šaporin (Cinque pezzi per violoncello e pianoforte) a Leo Ornstein (Sei Preludi per violoncello e pianoforte) sino ad Alexander Glazunov (Chant du Menestrel Op. 71). Ma è l’ultimo brano in programma a rivelare maggiore profondità: la Sonata in Sol minore Op. 19 di Sergej Rachmaninov. Un’opera trascinante e decisamente non inflazionata nei programmi da concerto.

Il filo del discorso trova incipit nel ¾ del violoncello che via via si velocizza sostenuto dai vigorosi arpeggiati del pianoforte fino ad un fraseggio a tratti burrascoso, con passaggi virtuosistici e adamantini, che fanno eco alla scrittura lisztiana. L’ Allegro scherzando in Do minore apre ad altri scenari appoggiati su un tappeto di figure ritmiche ripetute, sino a dispiegarsi su una scia di apertura in Mi bemolle struggente nel suo lirismo e nel potente fraseggio. I confini si attenuano sino a diventare impalpabili, non definiti, parcellari nell’Andante. A tali sfumature fa da contraltare il ritorno serrato ed intimo del dialogo tra gli strumenti che accompagna idealmente verso l’Allegro mosso finale, che si scioglie in una elegante e luminosissima coda. Una esperienza di ascolto, tirando le somme, non banale.

I volantini in sala ricordano anche la possibilità di sostenere la GOG con l’iniziativa “Scegli la tua musica: destina il tuo 5×1000 alla GOG”. Il Codice fiscale è 80007850102.

BIOGRAFIE

Zlatomir Fung è stato il primo americano negli ultimi quattro decenni e il musicista più giovane ad aver vinto, a soli vent’anni, il Primo Premio al Concorso Internazionale Čajkovskij nel giugno 2019.

Con il suo sorprendente virtuosismo e una profonda sensibilità, unite a una tecnica impeccabile, Zlatomir Fung si è già rivelato una stella nella prossima generazione di musicisti a livello mondiale.

Nel marzo 2020 Zlatomir Fung ha, inoltre, ricevuto l’Avery Fisher Career Grant, borsa di studio e prestigioso riconoscimento del Lincoln Center di New York, riservato a giovani solisti dal grande potenziale.

Tra gli altri premi ricevuti in precedenza, spiccano il Primo Premio al Concorso internazionale per archi “Alice & Eleonore Schoenfeld” a Harbin in Cina nel 2018, il Primo Premio al Concorso internazionale per violoncello “George Enescu” nel 2016, al Concorso giovanile internazionale per archi “Johansen” nel 2015, al Concorso internazionale per archi “Stulberg” nel 2014 e al Concorso internazionale “Irving Klein”.

Nel 2017 ha, inoltre, vinto negli Stati Uniti le selezioni internazionali degli Young Concert Artists (YCA) e le Astral National Auditions.

Nel 2016 è stato selezionato come “US Presidential Scholar for the Arts” e ha ricevuto il premio “Landgrave von Hesse” alle masterclass di violoncello dell’Accademia di Kronberg in Germania.

Americano di nascita, di origine bulgara e cinese, Zlatomir Fung si perfeziona attualmente presso la Juilliard School, sostenuto dalla Kovner Fellowship, sotto la guida di Richard Aaron e Timothy Eddy.

Ha iniziato a studiare il violoncello all’età di tre anni e ha ricevuto borse di studio presso lo Steans Music Institute di Ravinia, lo Heifetz International Music Institute, MusicAlp e l’Aspen Music Festival and School.

Zlatomir Fung è stato protagonista di programmi trasmessi dalla National Public Radio (NPR) negli Stati Uniti, tra i quali “Performance Today” e “From the Top”.

Zlatomir Fung suona un violoncello “W.E. Hill and Sons” del 1905.

Fotografia di Silvia Aresca - © tutti i diritti riservati – menzione del nome dell'Autore obbligatoria ai sensi della legge 633/41”
Fotografia di Silvia Aresca – © tutti i diritti riservati – menzione del nome dell’Autore obbligatoria ai sensi della legge 633/41”

Grazie a un’innata sensibilità musicale e alla naturalezza artistica, il ventunenne Mao Fujita ha già impressionato molti importanti musicisti, proponendosi come uno di quegli straordinari talenti che raramente fanno capolino sulla scena internazionale, capace di interpretare con disinvoltura le opere di Mozart e, allo stesso modo, i principali capolavori del repertorio romantico.

Nato a Tokyo, Mao Fujita stava ancora studiando al Tokyo College of Music nel 2017 quando ha vinto il Primo Premio al prestigioso Concours International de Piano Clara Haskil in Svizzera, conquistando il Premio del Pubblico, il Prix Modern Times e il Prix Coup de Coeur, che per primo lo ha condotto all’attenzione della comunità musicale internazionale.

Ha, inoltre, ottenuto nel 2019 la Medaglia d’Argento al Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca, dove le sue speciali qualità musicali hanno attirato un’eccezionale attenzione da parte della giuria e, soprattutto, da Valery Gergiev che, da allora, lo ha invitato in numerose tournée mondiali.

Dopo aver intrapreso le lezioni di pianoforte all’età di tre anni, Mao Fujita ha vinto il suo primo premio internazionale nel 2010 al World Classic di Taiwan, trionfando dunque in parecchi concorsi nazionali e internazionali, fra cui la Rosario Marciano International Piano Competition di Vienna nel 2013, la Zhuhai International Mozart Competition for Young Musicians nel 2015 e la Gina Bachauer International Young Artists Piano Competition nel 2016.