Gentile a chi? Una scommessa per il management futuro

Nella primavera del 1912, i due massimi Teatri di Buenos Aires, il Coliseo e il Colon parlavano entrambi italiano. Due compagnie nostrane proponevano vari titoli d’opera, la prima diretta da Gino Marinuzzi, la seconda da Arturo Toscanini. Il 17 maggio Marinuzzi scriveva ai suoi familiari in Italia: “Sono arrivati quelli del Colon. Toscanini sta facendo lo Czar inaugurando il terrorismo. Invece con me tutti vanno d’accordo e mi vogliono un bene matto”. Gentilezza contro autoritarismo. Due diversi modi di esercitare la leadership dal podio.

Il tema della leadership gentile è antico e da sempre dibattuto. Ieri sera il Teatro Duse ha ospitato una “performance di teatro d’impresa” organizzata dal Teatro Nazionale con Spell, ManagerItalia e cfmt.

Gentile a chi? è uno spettacolo di Paolo Vergnani, Nicola Grande e Guido Stratta, liberamente ispirato al libro Ri-eVoluzione di Bianca Straniero Sergio e Guido Stratta.  In un mondo sempre più cinico, avvelenato da rapporti sociali e politici improntati all’aggressività e allo scontro frontale, la parola gentilezza sembra definitivamente bandita. A maggior ragione, poi, se la si associa all’immagine di un leader, di un manager. Può esistere un Leader gentile? A questa domanda ha risposto in maniera affermativa Guido Stratta tanto nel suo libro, quanto nel testo teatrale in cui impersona la figura del Dalai Leader, di colui cioè che crede in una sorta di rivoluzione gentile in cui si possa fare strada una visione diversa dei rapporti nella società e nel lavoro sulla base di una maggiore compartecipazione e corresponsabilizzazione. Nel lavoro teatrale il suo interlocutore è il manager cinico impersonato da Nicola Grande mentre Paolo Vergnani con ironia, ma anche con rigorosa capacità narrativa offre molteplici spunti di riflessione: la pandemia, con lo smart working ha consentito di guardare al leader con occhi diversi: vederlo in collegamento da casa, con una felpa addosso e magari con il cane o i figli che passano davanti al monitor o, ancora, con qualche imbarazzo nell’uso della tecnologia, lo ha reso diverso,  più umano. E’ cambiato qualcosa nei rapporti, sostiene Vergnani e Stratta (manager di Enel , responsabile HR Development) è assertore convinto della necessità di aprire il management a una nuova fase partendo dalla formazione culturale in grado, nel tempo, di suggerire diverse motivazioni e differenti atteggiamenti. Sul palcoscenico agisce anche  Teresa Tanini che incarna la figura di alcune eccellenti manager donne, capaci di dare una forte spinta evolutiva alle loro aziende.

Testo agile, ben costruito e ben bilanciato, bravi i quattro protagonisti a destreggiarsi sul palcoscenico e, soprattutto, estremamente interessante il tema affrontato e gli spunti offerti alla discussione piacevole, garbata e costruttiva seguita allo spettacolo con tante domande da parte del pubblico.