La classe di Sayaka Shoji illumina la GOG

Era durata appena quaranta minuti la riunione della Giuria del Premio Paganini nel 1999 per decretare la classifica finale. Sayaka Shoji, sedicenne giapponesina, non aveva avuto rivali: troppo trascinante, brillante e “naturale” la lettura del suo Concerto paganiniano così come straordinariamente intensa e partecipe era stata l’interpretazione, il giorno prima, del Concerto di Sibelius.

Sayaka Shoji è stata la prima giapponese a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Concorso violinistico genovese ed è certamente fra i nomi più illustri premiati nella kermesse paganiniana.

Sayaca Shoji durante nel concerto – Fotografia di Silvia Aresca – © tutti i diritti riservati

 

Ieri è tornata al Carlo Felice per inaugurare la stagione della Giovine Orchestra Genovese. Con lei c’era la Nordwestdeutsche Philharmonie diretta da Jonathon Heyward. Teatro stracolmo e programma di sicuro richiamo con Beethoven e Cajkovskij.

Del primo la Shoji ha proposto il Concerto in re maggiore op. 61, uno dei capisaldi della letteratura violinistica ottocentesca, nel quale l’autore ha profuso a piene mani un lirismo teso ed elegante.

Intonazione perfetta, una straordinaria duttilità di suono, un fraseggio raffinato, la Shoji ha entusiasmato per la naturalezza espressiva e il totale controllo dello strumento: nel movimento finale poi ha esibito il suo indiscutibile bagaglio tecnico del quale si è avuta ulteriore prova nel primo dei due bis concessi, la sezione finale di Nel cor più non mi sento di Paganini.

Heyward, giovane e promettente direttore dalla gestualità alquanto singolare, ha accompagnato con buona precisione la solista per poi proporre la Sinfonia n.5 di Cajkovskij.

Partitura impegnativa che ha consentito di apprezzare le qualità di compattezza, coesione e bel suono della giovane Orchestra tedesca (in evidenza il primo corno nel suggestivo tema dell’Andante cantabile) guidata da Heyward in una lettura non sempre comunicativa ma godibile e apprezzabile.

Applausi calorosi e per bis una sezione dalle Enigma Variations. di Elgar.

Un momento del concerto m- Fotografia di Silvia Aresca – © tutti i diritti riservati