Curiosa figura di musicista Anton Bruckner. Vissuto a lungo in ombra nella provincia austriaca, a svolgere il ruolo di organista, solo in età avanzata cominciò a farsi notare come insegnante e come compositore per imporsi come uno dei protagonisti del tardo sinfonismo ottocentesco. Il suo amore dichiarato per Wagner gli valse l’appellativo di “sinfonista wagneriano”. In realtà se al geniale autore del Tristano e Isotta lo accomunava la ricerca di un suono di particolare potenza, la scarsa attenzione a una conflittualità tematica a favore di una visione unitaria e dialettica dei temi lo fanno accostare più a Schubert che a Beethoven e Wagner. Riprendendo una felice definizione che Schumann utilizzò per Schubert, anche per Bruckner, si può parlare di “celestiali lunghezze”: blocchi sonori che indugiano armonicamente in un atteggiamento estatico che riflette il suo profondo essere religioso e devoto.
Un compositore che vale la pena ascoltare con attenzione e del quale il Carlo Felice ha in programma l’esecuzione del ciclo completo di sinfonie.
Ieri sera “l’aperitivo” con la Quarta affidata a uno dei maggiori interpreti odierni di Bruckner, Fabio Luisi che avrà il compito di proporre l’intera raccolta.
La serata di ieri è stata una splendida festa della musica.
Luisi non solo conosce profondamente le partiture bruckneriane, è anche un solido preparatore d’orchestra e un sensibile trascinatore. Con lui lo strumentale genovese si trasforma, reagisce in maniera straordinaria, dimostra appieno le proprie potenzialità.
Ieri dal primo assolo del corno (l’ineccepibile Carlo Durando) si è avvertita una tensione emotiva notevole che ha accompagnato l’intera esecuzione.
Bellissimo il primo tempo in cui il discorso prende forma gradualmente in un susseguirsi di elementi fortemente sonori e di indugi melodici con interventi degli ottoni (così cari a Bruckner) a mo’ di corale a richiamare l’imponenza dell’organo. Lirico il secondo movimento, il più suggestivo per l’eleganza dei temi, di tutta la sinfonia.
Luisi ha padroneggiato la partitura, ottenuto dinamiche quanto mai variate per una lettura ricca di vitalità e di eleganza.
Applausi finali interminabili con un appunto a quanti, certamente per l’entusiasmo, non hanno neppure aspettato una frazione di secondo dopo che era risuonato l’ultimo accordo rompendo la magia di quell’improvviso silenzio da gustarsi appieno dopo tante emozioni.
In apertura il sovrintendente Orazi ha voluto ricordare due artisti del Teatro scomparsi: l’artista del coro Annalisa Cerretti e il maestro concertatore Corrado De Sessa. A loro era dedicata la serata.