España di Chabrier, Bolero di Ravel, Don Chisciotte di Massenet, Carmen di Bizet. Fra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento, i compositori francesi hanno guardato con particolare interesse al di là dei Pirenei reinventando una Spagna dai colori ricchissimi, magari senza averla mai visitata, come è nel caso di Bizet.
“E’ curioso che Carmen sia stata concepita in Francia: questo personaggio così rappresentativo della Spagna, la spagnola per antonomasia, nel fisico e nel carattere, questa gitana così calda e dal temperamento così forte da far innamorare gli uomini fino a morire per lei”.
Lo aveva dichiarato nel 1996 il grande coreografo spagnolo Antonio Gades in occasione della prima genovese, al Carlo Felice del suo balletto Carmen. Balletto che ieri sera è stato riproposto ai Parchi nell’ambito del “Nervi Music Ballet Festival” dalla rinnovata Compagnia Gades. Scomparso nel 2004, Gades aveva creato il suo balletto nel 1983 con il regista Carlos Saura, traendo spunto dal film Carmen story realizzato dai due stessi artisti che due anni prima avevano percorso un procedimento inverso, trasponendo in pellicola cinematografica il primo importante balletto di Gades, Bodas de sangre.
L’obbiettivo di Gades era quello di riportare Carmen in Spagna, il che significava non tradire del tutto Merimée e Bizet, ma calare parte della musica del compositore francese in un contesto folclorico iberico a base di baile e flamenco. La musica dunque è costruita a collage con alcuni passaggi fluidi e ben congegnati, altri un po’ bruschi. La registrazione usata ieri per Bizet era la stessa del 1996 con Thomas Schippers sul podio della Suisse Romande Orchestra e con Regina Resnik, Mario del Monaco e Tom Krause nei ruoli principali. Il colore spagnolo è assicurato da pagine di Penella, Lorca, Gades, Solera, Freire.
Sul palcoscenico, dunque, prende corpo una storia tutta iberica nei colori, nella gestualità., nella vocalità e naturalmente nei ricchi passi di danza. Danza corale risolta alla perfezione da una compagnia ben collaudata. E assoli o passi a due che mettono in luce le qualità dei solisti, dalla flessuosa Cristina Cornero (Carmen) ai suoi partner Alvaro Madrid, Miguel Lara, e Miguel Angel Rojas. Bravissimi i musicisti in scena le voci e i chitarristi. Lo spettacolo, insomma, scorre e ha un buon ritmo. Forse nel sottolineare un po’ troppo l’atmosfera festosa e a volte ironica, si precipita nel finale tragico quasi inconsapevolmente senza un adeguato crescendo di tensione e senaa, dunque, una partecipazione emotiva da parte della platea.
Applausi interminabili alla fine.