Orazi e Conte: il nuovo corso del Carlo Felice

In occasione della presentazione della nuova stagione del Carlo Felice, abbiamo posto alcune domande al sovrintendente Claudio Orazi e al direttore artistico Pierangelo Conte.

-La prima novità è di tipo grafico: perché la dicitura “Opera Carlo Felice Genova” inscritta in un cerchio rosso?

ORAZI – Abbiamo fatto un lungo lavoro sulla comunicazione, studiando anche i loghi di molti teatri internazionali. E in tanti è presente la parola “Opera”  che non necessita certo di traduzione. Siamo stati noi l’inventori di questa forma teatrale e ci pareva importante inserirla”.

-La stagione 2022/2023 si preannuncia particolarmente impegnativa sul piano organizzativo e finanziario. Qual è la situazione economica del Teatro?

ORAZI – Il consuntivo 2021 si è chiuso con un utile di circa 2 milioni, al di sopra, dunque, del debito pregresso (1,6 milioni annui)  che in base alla legge Bray dobbiamo restituire annualmente allo Stato. Così sarà anche per i prossimi due anni secondo la proiezione di bilancio che abbiamo fatto sul triennio e che è stata approvata all’unanimità dal consiglio d’indirizzo. Quando arrivai a Genova sul finire del 2019 avevo due impegni: assicurare il risanamento del teatro (il 2019 si era chiuso con un utile perché erano arrivati 3,7 milioni dalla legge Bray che avevano scongiurato il fallimento della Fondazione) considerando che dal gennaio 2020 sarebbe partita la fase di restituzione del debito (che durerà fino al 2047); e ottimizzare il lavoro per rilanciare il Teatro. Il covid ha creato naturalmente problemi in quanto il ministero ha congelato il FUS fotografando la situazione di quel momento e quindi relegandoci all’ultimo posto dei finanziamenti. Rifacendomi allo Statuto della Fondazione (articolo 2) che impegna il gestore a utilizzare le risorse umane interne per ottimizzare il lavoro siamo partiti da qui. Nel 2021 abbiamo ottenuto l’adeguamento dell’organico (92 professori d’orchestra, 60 professori del coro, 66 tecnici, 35 impiegati, 5 maestri collaboratori). E abbiamo aumentato in maniera esponenziale la produzione fino ad arrivare ai numeri di questa stagione. Debbo dire che gli Enti locali ci seguono con estrema attenzione: il Comune quando sono arrivato a Genova erogava 2,7 milioni e ora è passato a 4,5; la Regione dall’1,250 milioni del passato è salita a 2,3 nel 2021 e prevede 3 milioni per il periodo 2022-2024…”.

-Vediamo i cartelloni …

CONTE – Nella stagione lirica figurano due recuperi delle stagioni passate, Cenerentola e Un ballo in maschera. Importante è l’apertura: “Beatrice e Benedict di Berlioz viene presentata in prima esecuzione italiana. E’ incredibile che non sia mai stata proposta ed è un lavoro estremamente interessante. Sul piano artistico sottolineo l’impegno dei nostri tre direttori: Minasi (direttore musicale) dirigerà due opere e tre concerti, Renzetti (direttore emerito) due opere e tre concerti, Luisi (direttore onorario) un’opera e tre concerti. Nel settore lirico abbiamo cercato sul piano registico un punto di equilibrio fra nuove idee e letture di repertorio. In campo sinfonico invece proseguono i cicli già avviati quest’anno, come quello di Brucker, quello di Berio, “Mozart l’Italiano”, il Novecento italiano. Ricordo l’apertura di stagione con un concerto in collaborazione con la GOG dedicato a Manzoni che proprio in quei giorni compirà 90 anni. Infine è importante la stagione che porteremo in Liguria che ci consentirà non solo di ampliare il repertorio, ma anche di dare spazio a direttori con i quali intendiamo avviare una collaborazione”.

-Tornando alla lirica, un discorso a parte meritano “I due Foscari” di Verdi per l’allestimento utilizzato….

ORAZI –  Quando arrivai a Genova verificai che non esisteva un inventario dei beni del Teatro. Le nostre scenografie erano collocate in due spazi in affitto uno alla Fiera del mare e l’altro a Savignone. Ora, la legge n.800 del 1867 prevedeva che il Comune dove ha sede il Teatro deve provvedere non solo alla sede del teatro stesso, ma anche agli spazi utili per lo stoccaggio dei materiali ecc. In più ricordo che la legge Bray prevede azioni di sistema: io da tempo insisto perché si crei un database nazionale per gli allestimenti scenografici e costumistici in modo da favorire le coproduzioni. Recentemente dunque ho ottenuto dalla Scala il recupero di quattro loro allestimenti (a condizioni di estremo favore) che potremo utilizzare in un prossimo futuro: oltre ai Due Foscari, Madama Butterfly, Falstaff di Michieletto e Idomeneo che inaugurò la Scala nel 2019”.

-Un’ultima considerazione sul pubblico. In queste ultime due stagioni abbiamo assistito a una sensibile flessione del pubblico a livello nazionale. Qui al Carlo Felice tale calo è stato solo in parte compensato dall’iniziativa verso i giovani avviata con la sponsorizzazione di Iren. Qual è il suo pensiero in merito?

ORAZI – La flessione a livello nazionale è stata causata dal covid ma anche da una situazione economica sempre più precaria. E’ un fatto che gli abbonati storici siano in diminuzione e cercheremo di recuperarli. L’operazione con i giovani non è occasionale, ma ben strutturata e ricordo che il sindaco Marco Bucci ancora recentemente ha dichiarato che secondo lui i giovani dovrebbero entrare gratis a teatro. Ai giovani occorre dare opportunità. E i nostri vengono preparati in quanto inviamo alle scuole schede illustrative, gli studenti del Pertini tengono lezioni ai loro colleghi degli altri licei. E l’iniziativa sta allargandosi tanto che registriamo interesse da parte non solo degli istituti genovesi, ma anche di Rapallo, Chiavari e Spezia. Tra l’altro molti giovani portano poi con sé genitori o nonni il che significa integrare la platea…”

-Il Teatro insomma sempre più come luogo per una crescita sociale…

ORAZI – Il Teatro ha questo compito, ma vorrei aggiungere una osservazione, sulla ricaduta della nostra azione sulla città. Lo spettacolo inaugurale di Nervi  con la Youth America  ha portato in città 500 persone circa da una ventina di Paesi. La loro permanenza qui per il lungo periodo di stage e prove ha comportato un introito per la città di circa 1,2 milioni; Nervi ha un budget di 800.000 euro. Direi che la nostra azione è utile anche in termini economici per la città”.