Vincenzo Spera: ripartire fra mille difficoltà

Uno dei settori più colpiti della pandemia e dal conseguente lock-down è stato senza dubbio quello degli spettacoli dal vivo. E tuttora c’è una grande incertezza sulla ripartenza. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Spera, storico manager del settore, fondatore e direttore dell’Associazione “Duemila Grandi Eventi” e presidente di AssoMusica

-Ci parli della situazione attuale nel mondo degli eventi musicali.

“La situazione è molto complicata. E’ uno dei settori più colpiti dal lock-down. Viviamo un blocco totale e ad oggi non sappiamo quando si riprenderà. Il 15 giugno è indicato come la data che potrà aprire a nuove possibilità: si potranno fare degli spettacoli ma con delle limitazioni e un protocollo ben preciso da seguire per il distanziamento sociale e le norme igienico-sanitarie. Le problematiche economiche sono innumerevoli e stiamo cercando collaborazione dagli enti pubblici”.

-Com’è la situazione nel resto del mondo?

“L’unico paese ad aver riaperto è la Nuova Zelanda in cui gli eventi musicali possono svolgersi come prima. In Nord Europa come in Finlandia c’è qualche riapertura con la possibilità di fare spettacoli con al massimo 500 persone”.

-A livello economico quanto ha inciso questo blocco?

“L’impatto economico si aggira intorno ai 650  milioni di euro. L’Italia è il sesto paese al mondo per vendita di biglietti e spettatori. La filiera di lavoro per creare un evento coinvolge innumerevoli figure lavorative che spesso non hanno tutele poiché si tratta di lavori atipici e a chiamata. Per questo stiamo cercando di lavorare per far sì che ci siano ammortizzatori sociali destinati a questi lavoratori. Dovrebbero arrivare ad agosto. Quest’estate 4 milioni di persone non verranno in Italia ad assistere ad eventi musicali. Si parla di una perdita di un miliardo e mezzo di euro”.

-Cosa ne pensa di eventi digitali in streaming sfruttando le tecnologie moderne?

“Innumerevoli sono gli artisti che si sono attrezzati durante questa quarantena con performances in streaming, attraverso dirette sui social, per far sentire vicino il pubblico, ma si tratta di semplici palliativi. In Italia l’esperimento del Drive in, ad esempio, non ha destato particolare interesse. Le persone ora desiderano tornare ai concerti dal vivo. Non si può paragonare uno spettacolo in streaming con un evento live. Si tratta non solo di ascoltare la propria musica preferita, ma di un vero e proprio rituale che unisce insieme l’opportunità di fare un viaggio, una vacanza. E’ un momento aggregante in cui le persone si ritrovano a saltare, cantare, sudare all’unisono in coro  il che crea emozioni indimenticabili. Chiaramente in questo momento sono eventi da evitare”.

-Come state lavorando e organizzando per i prossimi eventi?

Stiamo organizzando il Festival di Nervi con tutte le dovute precauzioni del caso, per cui l’accesso sarà limitato e bisognerà seguire tutte le disposizioni anticovid. Resta l’enigma riguardo a come si evolverà la situazione nel prossimo autunno perché c’è molta differenza tra organizzare un evento all’aperto e uno al chiuso”.