Davide Longo e l’improvvisazione tra armonie e melodie tardo romantiche

Dalla classica al pop, andata e ritorno, ma verrebbe da dire con brio. E’ il duplice volto, se può aver senso dire così, di Davide Luigi Longo, diplomato in pianoforte principale nel 2001 e nel 2003 in composizione sperimentale al Verdi di Milano, nonché docente, concertista e compositore.

Com’è il mondo della classica oggi? Si può affermare che la musica più di altre arti sia soggetta a continue classificazioni?

Io ho una doppia produzione musicale: quella classica come Davide Luigi Longo e quella pop con il nome d’arte Juetand per darvi una connotazione ben precisa. Certo, in Italia il mondo della musica classica contemporanea- come la definisce giustamente Allevi- non sempre viene considerato in modo obiettivo e riconoscendone i giusti meriti perché in questo Paese almeno da 70 anni si separa l’ambito strettamente accademico da quello commerciale. Chi vuol fare musica “colta” scrive senza melodia oppure viene tacciato di essere un neoromantico, quindi all’antica, senza stare al passo con i tempi. Questo per dire che di classificazioni ce ne sono tante, molte non sono neanche corrette e penso che Allevi ed Einaudi ad esempio lo dimostrino.

Dopo l’album firmato Juetand del 2017 F.E.D.I. con canzoni in inglese, italiano, spagnolo, tedesco e francese a cosa sta lavorando? E sul pianoforte?

In realtà il nuovo singolo uscirà il 28 maggio su Spotify, iTunes, Amazon e tutti i principali e-store e si intitola “Como besas tu -remix” . E’ ballabile, frizzante, lieve e in questo momento penso che ne abbiamo bisogno. E’ anche un modo di dimostrare che noi musicisti non siamo così seriosi come ci dipingono. L’album sarà ricco di provocazioni sonore non tanto verbali (quelle le lasciamo al rap), ma di accostamenti timbrici o ritmici. Poi sto lavorando all’album in uscita il 20 luglio di pezzi interamente dedicati al mio strumento, il pianoforte, vero e proprio prolungamento di me. Per la prima volta propongo pezzi creati al momento, non composti e rielaborati , ma estemporanei. E non significa che non ci sia un lungo lavoro di ricerca. Anzi. Al momento sono a una ventina di brani, ma sto facendo una scrematura e aggiungendo materiale, finché non sarò pienamente soddisfatto.

Un sogno nel cassetto?

Sono tanti… Uno su tutti quello di riuscire a portare nelle sale da concerto ( e qui siamo nell’ambito cosiddetto classico) l’improvvisazione che non sia solo quella bellissima del jazz, ma quella fatta di armonia e melodie riconducibili al mondo tardo romantico perché da questo punto di vista tranne poche isole felici -che sono l’Olanda e la Svizzera- si registra una chiusura a priori.