Celeste with Celestial Symphony Orchestra è in nuovo lavoro di Ciro Perrino, da poco edito come cd e di prossima pubblicazione in formato vinile: tredici tracce per altrettante composizioni originali interamente orchestrate dal musicista ligure.
Perrino è uno dei più noti e storici artisti dell’universo Prog. Sanremese, formatosi inizialmente come batterista e percussionista, nel 1970 fonda il gruppo “Il Sistema”, in quegli anni considerato uno degli ensemble italiani di maggior rilievo per impegno ed innovazione musicale. Nel 1972 dà vita ad una nuova formazione, “Celeste” (tra i componenti Mariano Schiavolini e Leonardo Lagorio), con la quale incide il disco del debutto: Principe Di Un Giorno, ancora oggi album molto ricercato dai collezionisti di rock progressivo italiano. Perrino in seguito prosegue la sua carriera artistica attraverso un’intensa attività come compositore ed arrangiatore, pubblicando diversi album caratterizzati sempre da grande sperimentazione e ricerca di nuove forme musicali che fondono sapientemente tradizione orchestrale classica, suggestioni rock ed uso di strumentazioni elettroniche.
«Per “Celeste” realizzare un album con l’orchestra sinfonica è sempre stato, sin dall’inizio della sua avventura nel lontano 1972, una specie di sogno nel cassetto – spiega Perrino – Non bisogna dimenticare infatti che il primissimo organico era costituito da tre archi: due violini ed un violoncello. Le sonorità pertanto avevano un sapore classico, pur con apporti ed influenze rock, derivate anche dall’esperienza con “Il Sistema”, il cui sound si tingeva di elettronico, con l’uso del mellotron in particolare».
La fusione tra musica classica e rock continua ad essere dunque un fil rouge del tuo modo di operare, così come la presenza del mellotron…
«L’utilizzo del mellotron aiuta molto a ricreare atmosfere orchestrali ma non è la stessa cosa. Infatti posso dire che la sfida più grande in questo ultimo progetto è stata quella di non creare conflitti fra le parti scritte per gli archi e la presenza, a volte ingombrante, di Mister Mellotron appunto. Non so se sono riuscito nell’intento di unire tradizione “colta” e modernità, mondi apparentemente differenti e molto distanti, per cui lascio agli ascoltatori ed agli esperti “l’ardua sentenza”. Per quanto riguarda me posso affermare di essere soddisfatto di come siamo giunti al risultato finale. Risultato che devo anche ai miei splendidi collaboratori».
Parliamo allora dell’organico…
«La registrazione del disco è stata leggermente più complessa rispetto alle precedenti in quanto vi sono stati molti più musicisti coinvolti. Il quintetto di base comprende – oltre al sottoscritto al mellotron naturalmente – Enzo Cioffi alla batteria, Francesco Bertone al basso, Mauro Vero alle chitarre e Marco Moro ai fiati. A loro si è aggiunta un’orchestra di tredici elementi, tra archi e fiati. Per la scelta degli ospiti, ovvero i solisti, mi sono affidato ai consigli ed ai suggerimenti proprio dei membri del quintetto che mi hanno segnalato, dopo che avevo loro esplicitato che cosa avessi in mente, diversi nominativi che si sono poi rivelati adattissimi al progetto. L’organico orchestrale invece è praticamente lo stesso che già mi aveva accompagnato nel 2001 nella realizzazione della prima versione dell’album L’Isola. Segnalo in particolare la presenza di Marco Canepa, con il quale collaboro dai tempi di Moon in the Water nel 1994 e che considero il mio “alter ego” assolutamente necessario ed inamovibile dal suo doppio ruolo di pianista e soprattutto di sound designer. Meravigliosa, poi, è stata per me la scoperta della vocalist Ines Aliprandi. Ed ultimo ma non ultimo l’apporto di Roberto Tiranti e la sua magnifica voce in due splendide performances che hanno fornito un valore aggiunto con un grande impatto emozionale».
Ci permettiamo di aggiungere, tra le voci soliste, quella di Ciro Perrino junior di soli dodici anni, che ha dato il suo piccolo ma preziosissimo contributo nel brano d’apertura Blu Genziana ed è l’autore dell’acquerello per la copertina del vinile.
E la Saga di Celeste continua…
«Certo, sto già pensando al prossimo progetto: già impostati 20 minuti di composizioni! Sarà un lavoro molto più acustico ed intimo. Per l’appuntamento con il cinquantenario di Principe di un Giorno, nel 2026, ho già pronta una bella sorpresa. E il piccolo Ciro, se vorrà, sarà ancora con noi con il suo talento giovane e fresco!».