Danzare ma dal divano

Grande musica e grande danza in tv e sul computer grazie al nuovo sodalizio nato nel “tempo del Coronavirus” tra il Teatro alla Scala e la Rai per la gioia degli appassionati che potranno godersi almeno uno spettacolo al giorno.

A questo lungo periodo di lockdown va senza dubbio riconosciuto il merito di aver messo in evidenza come il web e il digitale offrano al mondo della cultura straordinarie possibilità di promozione e divulgazione e, in una prospettiva di ripartenza, costituiscano una preziosa risorsa in relazione alla difficoltà di poter gestire, a breve e in totale sicurezza, gli assembramenti di pubblico in occasione di concerti, spettacoli teatrali e cinematografici.

È di sabato la notizia che, proprio a questo proposito, il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, nel corso di un’intervista su Rai 3 ha dichiarato: “Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità, ma sono convinto che l’offerta online continuerà anche dopo: per esempio, ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa”.

Una proposta che ha fatto e che farà discutere perché se è vero che nessuno degli strumenti del web e del digitale può avere la pretesa di restituire la meraviglia dello spettacolo dal vivo e quella che Peter Brook ha definito la sua “pericolosa elettricità”, è altrettanto vero che per il mondo del teatro e per i lavoratori dello spettacolo è vitale riprendere quanto prima l’attività e che ciò richiederà un profondo sforzo creativo a partire dal mettere in campo nuove forme di accesso e di fruizione da parte del pubblico.

Intanto, in attesa di conoscere quanto accadrà nella fase 2, possiamo approfittare della ricchissima proposta culturale che musei, teatri, archivi e biblioteche di tutto il mondo hanno messo a disposizione online e in televisione e gioire del fatto che tra queste sia possibile trovare danza e balletto di altissimo livello ed interesse.

Nella foto: Nicoletta Manni Timofej Andrijashenko Mattia Semperboni in Le Corsaire (Foto Brescia/Amisano -Teatro alla Scala)
Nella foto: Nicoletta Manni Timofej Andrijashenko Mattia Semperboni in Le Corsaire (Foto Brescia/Amisano -Teatro alla Scala)

Tra le davvero numerose ed eccellenti proposte ci limiteremo a segnalare che, per la prima volta nella storia, il teatro Bolshoi di Mosca ha messo online una programmazione di opera e balletto e lo stesso ha fatto l’Opéra di Parigi – che proprio i questi giorni ha reso virale il bellissimo collage di assoli danzati “in casa” dai suoi ballerini – con il progetto #LOPERACHEZSOI mettendo a disposizione sul suo sito web alcune delle più belle rappresentazioni dei suoi archivi. La Royal Opera House di Londra non è da meno con lo streaming via Facebook e la playlist #OurHouseToYourHouse su YouTube mentre all’English National Ballet, la grande ballerina Tamara Rojo, ogni mattina alle 11 in diretta dalla cucina di casa sua, dà lezione a professionisti e non su YouTube e Facebook. Tra  queste eccellenze, la sinergia Teatro alla Scala/Rai merita una particolare attenzione sia per la qualità artistica delle proposte che per l’accessibilità: infatti, oltre alla possibilità di assistere agli spettacoli dal sito www.raiplay.it dove si può rivedere ciò che è già stato trasmesso (da non perdere la Bella Addormentata nella coreografia di Rudolf Nureyev ripresa da Florence Clerc con Polina Semionova, strepitosa nella variazione del primo atto, andata in scena nel luglio scorso), le proposte di opera e balletto sono programmate sul palinsesto di Rai5 dove, le prossime settimane vedremo il monumentale Excelsior, “ballo grande italiano” con cui  Luigi Manzotti e Romualdo Marenco alla fine dell’Ottocento celebravano il mito del progresso (23 aprile, ore 18) nella versione andata in scena nel 2002 agli Arcimboldi con Roberto Bolle, Marta Romagna e Isabel Seabra, il Don Chisciotte ancora con la coreografia di Nureyev supervisionata da Maina Gielgud (27 aprile, ore 10) con Natalia Osipova e Leonid Sarafanov andato in scena alla Scala nel 2014, Mediterranea di Mauro Bigonzetti con Massimo Murru (1°maggio ore 10) e un preziosissimo Le Corsaire, nella ricostruzione coreografica di Anna-Marie Holmes da Petipa/Sergeyev (6 maggio, ore 21.15), con Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko che trionfò alla Scala nel 2018.

Se è vero che il teatro in tv e sullo schermo del computer non è davvero teatro, l’occasione di vedere spettacoli delle stagioni passate, da quelle più recenti a tempi più lontani, è un’opportunità straordinaria che non può che contribuire a formare spettatori consapevoli e preparati che non vedono l’ora di tornare a riempire i teatri.