Fare e insegnare musica nella scuola di oggi

La musica dipinge i sentimenti umani in maniera sovrumana… parla un linguaggio che noi non conosciamo nel quotidiano, che non sappiamo dove lo abbiamo appreso, che si può riconoscere solo come il linguaggio degli angeli .

Lo affermava Wilhelm Heinrich Wackenroder, uno dei padri riconosciuti del romanticismo che riconosceva alla musica, in quanto linguaggio asemantico la capacità di andare oltre al razionale, di proiettarsi in una dimensione sovrumana. Non a caso la musica è sempre stata componente  fondamentale di qualsiasi rito religioso. E  il suo potere “terapeutico” oltre che educativo ne ha fatto sin dall’antichità una materia di studio essenziale per la formazione dei giovani.

Nel campo dell’educazione musicale se è vero che l’Italia è stata, grazie agli antichi Conservatori napoletani, all’avanguardia in un lontano passato, è anche vero che oggi il nostro sistema scolastico non è particolarmente generoso nei confronti dell’arte dei suoni. Se si eccettua il lavoro dei Conservatori statali (unici istituti pubblici delegati alla formazione professionale dei musicisti) nell’ordinamento scolastico “regolare” la musica è stata trattata per decenni come la cenerentola delle materie e solo recentemente sta riconquistando un po’ di terreno sulla base di diverse iniziative legislative.

In questa ottica di rilancio, si inserisce la pubblicazione di un interessante volume edito da Mondadori e intitolato Didattica della musica – Fare e insegnare musica nella scuola di oggi, strutturato per gli studenti dei Corsi universitari di Scienze della Formazione, ma in realtà destinato al pubblico ben più vasto degli appassionati di musica in genere.

Il libro è curato da Samuele Ferrarese, docente di didattica della musica presso l’Università degli studi di Milano Bicocca,  collaboratore dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), presidente della Fondazione Teatro Trivulzio di Melzo (MI), città nella quale dirige Bach Street School – Scuola di Musica e collaboratore di Mondadori Education.

“L’idea di un manuale che presenti l’affascinante fenomeno musicale da molteplici punti di vista -spiega Ferrarese – nasce dall’evidenza del fatto che la Musica sia sempre un incontro personale, un’esperienza individuale, che trova compimento e senso nella relazione con gli altri (suoni, strumenti, persone). Esaurire il discorso sulla Musica è impossibile: l’intento del lavoro dei diversi autori, però,  è stato quello di poter essere l’uno il completamento dell’altro, alla luce di storie, eredità e competenze proprie. Questa iniziativa costituisce forse uno tra i primi tentativi, in Italia, di coordinare interventi musicologici, neuroscientifici, pedagogici, psicologici, educativi e didattici per la realizzazione di un testo che possa diventare un utile strumento per musicisti e non-musicisti, per esperti di didattica e per chi, da poco tempo, si è avvicinato alle dinamiche dell’insegnamento”

Il libro si articola in una serie di capitoli che affrontano tematiche diverse e che sono affidati a vari esperti provenienti da percorsi professionali differenti: Quale musica nella scuola? Contesto sonoro, società e nuove tecnologie (Samuele Ferrarese); Musica e cervello: le dinamiche di un rapporto (Desiré Carioti); Il linguaggio della musica: conoscere, riconoscere e manipolare le variabili del suono (Roberto Iovino), Appendici didattiche (Nicole Olivieri); Storia della musica e didattica della musica: le ragioni di un rapporto (Luisa Curinga); Musica e ascolto: dinamiche attentive del fenomeno sonoro (Caterina Picasso); Musica e movimento: il gesto musicale, la produzione musicale (Luisa Curinga); Musica e vocalità: pedagogia vocale e didattica della voce

e del canto nei contesti formali, non formali e informali (Antonella Coppi); Musica e linguaggio: sviluppare competenze comunicative attraverso la musica (Mariantonietta Lamanna); Musica e dislessia: il proficuo rapporto tra «suono» e «parola» (Desiré Carioti); Musica di insieme e bisogni educativi speciali: pratiche ed esperienze di Community Music (Antonella Coppi); Tempi, spazi e materiali del «fare musica» nella scuola analogica e digitale (Mariantonietta Lamanna).

“Oggi – dice ancora Samuele Ferrarese – la scuola sta vivendo, sempre di più, l’urgenza di riscoprire l’apprendimento come dominio del “percepire” e del “fare” concreto: tra i diversi percorsi didattici la Musica si configura come una disciplina calata nel reale, nel qui e ora, capace di potenziare abilità che, andando ben oltre il fatto musicale in sè, riguardano il linguaggio, il movimento, le stima di sè, le relazioni sociali.”