GOG: il trascinante talento di Bruce Liu

Rigore, virtuosismo, cantabilità, duttilità dinamica, freschezza  e profondità interpretativa. Sono qualità che ogni grande pianista deve possedere e che in genere si conquistano  con una graduale maturazione e un consolidamento dei propri mezzi espressivi.

Bruce Liu, 25 anni, le tappe le ha bruciate perché quelle doti le possiede già tutte e in maniera davvero stupefacente. Non a caso due  anni fa ha vinto il Concorso Chopin di Varsavia.

E ieri sera, ospite per la prima volta della Giovine Orchestra Genovese al Carlo Felice, ha confermato quanto di lui si diceva. Un talento vero, di quelli destinati a lasciare un segno nel concertismo internazionale.

Programma costruito intelligentemente per evidenziare tutti gli aspetti espressivi.

Apertura, dunque, con un omaggio alle atmosfere barocche del clavicembalo di Rameau: abbellimenti eleganti, un raffinato gioco di sviluppi tematici con una Gavotta finale costruita su una serie di preziose variazioni. Lettura lucida, controllata nel suono, ma mai asettica, quella di Liu che ha poi affrontato Chopin da varie angolazioni: la Ballata n.3 e lo Scherzo n.4 per poi passare alle brillanti e mondane Variazioni sul tema “La ci darem la mano” dal Don Giovanni di Mozart e concludere con il poetico Notturno in do diesis minore op. postuma. Una estrema varietà di umori e di architetture pianistiche che Liu ha dominato grazie a una tecnica perfetta e a un ammirevole gusto musicale: ha soprattutto sorpreso la morbidezza del suono, la capacità di cogliere pianissimi quasi impercettibili eppure ben definiti. Dopo Chopin, Liszt. E Liu si è divertito a esplorare nuovamente l’universo magico del Don Giovanni di Mozart attraverso le Reminiscenze del compositore ungherese che come il collega polacco pone al centro il tema del duetto “Là ci darem la mano” ma lo fa precedere da visioni infernali, dominate dal tema violento del Commendatore (la celebre frase “Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste”). Un continuo passare da frasi roboanti e orchestrali a tenui elementi di cantabilità che mettono a dura prova il controllo di una tastiera, ma che hanno trovato in Liu un esecutore abile nel dominare la materia con apparente semplicità gestuale e espressiva.

Liu ieri sera in concerto – Fotografia di Silvia Aresca – © tutti i diritti riservati

 

Applausi interminabili, pubblico folto, bis vari fra i quali la Campanella nella versione lisztiana. Da reinvitare al più presto.