Luca Bizzarri dal podcast al palcoscenico

Un mix di simpatia, irriverenza e realismo ha caratterizzato lo spettacolo di Luca Bizzarri andato in scena ieri sera al Politeama Genovese dal titolo Non hanno un amico.

Il monologo è ispirato all’omonimo podcast edito da Chora Media e scritto dallo stesso Bizzarri con Ugo Ripamonti, disponibile su tutte le piattaforme.

Come è nata l’idea del podcast?

“Mario Calabresi, il direttore di Chora Media, mi ha chiesto di fare questo podcast per seguire la  campagna elettorale e per vedere principalmente come comunicano i politici. È iniziato un po’ per gioco e poi ha avuto successo. Per me è diventata una droga scrivere: adesso ogni giorno la mattina mi diverto a mettere giù la puntata. Io ho sempre scritto tanto e ora ho trovato questo nuovo modo che mi piace molto”.

Le registrazioni vengono effettuate da Bizzarri direttamente a casa sua ma la semplicità del mezzo gli permette anche di lavorare quando si trova in viaggio, in modo da garantire continuità alle puntate che escono tutti i giorni da lunedì a venerdì.

“Quando prendo un aereo, vedo la gente che mi guarda storto perché ho sempre con me la borsa del microfono”.

In che modo è passato dal podcast allo spettacolo?

“Era da un po’ che volevo buttare giù un monologo poi arrivato all’episodio 160 ho pensato che forse avevo già quel monologo. E contemporaneamente ho realizzato che avevo anche messo giù altri appunti. Lo spettacolo tiene insieme sia parti originali che spunti del podcast”.

Il comico, nel podcast come nello show, affronta differenti temi di attualità, con un particolare focus sulle figure politiche e sulle loro modalità di comunicare e approcciarsi al mondo dei social. Tra i più “colpiti” troviamo Calenda, Conte, Meloni, Berlusconi e Salvini.

Il titolo è sicuramente molto evocativo: secondo Bizzarri infatti alcune decisioni o comunicazioni fatte dai politici, si sarebbero potute evitare se anche solo un amico appunto gli avesse chiesto “ma cosa stai facendo!”.

La locandina dello spettacolo

 

Attraverso il podcast e gli interventi a Di Martedì, è diventando un opinion man molto seguito. Sente una responsabilità sotto questo punto di vista?

“Ma no, credo di essere sempre un pagliaccio, alla fine la cosa più importante e complicata da fare è non prendersi troppo sul serio. Prendo in giro chi si prende troppo sul serio e alla fine rischio di farlo io. Non mi sento un opinion man e non lo vorrei diventare perché non è quello il mio lavoro. Il mio è cercare di spostare il punto di vista, guardare le cose da un’altra prospettiva, trovare il paradosso”.

Ciò avviene ad esempio nel paragone tra i nuovi adolescenti e quelli della sua generazione, con una riflessione in chiave comica ma puntuale delle differenze dovute in primis all’uso dei social, del rapporto con i genitori e dei cambiamenti avvenuti a livello scolastico. Non mancano quindi  gli argomenti affrontati, tra i quali il comico inserisce anche alcuni divertenti episodi autobiografici.

Recentemente è stato uno dei protagonisti di LOL 3, cosa le ha lasciato questa esperienza?

“Mi sono divertito, è stata un’esperienza strana, non avevo mai fatto nulla del genere. Mia nipote dice che non rido neanche a casa e che quindi sarebbe stato facile resistere 6 ore. In effetti dopo un po’ entri in una modalità per cui non crolli. E poi io sono molto competitivo, quando ho capito che potevo farcela nessuno mi avrebbe fatto più ridere”.

Come è strutturata la tournée dello spettacolo e quali sono i progetti futuri?

“Per adesso abbiamo organizzato una decina di date random per vedere come va e come risponde il pubblico. Questo ci servirà per capire cosa fare l’anno prossimo, se realizzare una tournée più lunga; diciamo che per ora è un esperimento. Con Paolo continuiamo a curare la copertina di Floris, probabilmente la faremo anche nel 2024. Per fortuna ho lavorato e sto lavorando tanto, non ho mai avuto momenti di stop e sono molto fortunato in questo. Poi forse ci sarà anche la possibilità di un film….”.

Un successo di pubblico ieri sera in un teatro da tutto esaurito, con applausi scroscianti e risate durante tutto lo show. Al termine sul palco è stata lanciata a Bizzarri una sciarpa del Genoa (il comico è un grande tifoso), che è stata l’occasione per spendere qualche parola sul rapporto di amore-sofferenza nei confronti della squadra, paragonata a una fidanzata che si ama ma che  si sa che ci fa soffrire.

Le prossime date in programma sono Milano (11 maggio) e Palermo (13 maggio).