I lettori mi perdoneranno se per parlare dell’Orchestra Paganini, impegnata mercoledì sera (ore 20,30) al Teatro Akropolis per il primo concerto del ciclo “Largo ai giovani” ideato dalla GOG, parto da un ricordo personale.
Nell’ottobre del 2015, ero direttore del Conservatorio “Paganini” da un anno, l’allora presidente Davide Viziano organizzò una partecipazione dell’Orchestra dei giovani dell’Istituto musicale a una udienza di Papa Francesco nella cornice prestigiosa della Sala Nervi in Vaticano.
L’Orchestra dei Giovani era nata tre anni prima su iniziativa del docente di violino Vittorio Marchese ma già allora si era fatta notare per una particolarità: mentre infatti le consuete formazioni strumentali di un Istituto musicale mutano di anno in anno per un fisiologico ricambio di studenti, quella aveva mantenuto gli stessi esecutori della prima ora, ai quali si erano aggiunti nuovi elementi. Quella esperienza romana fu straordinaria sul piano musicale e sotto il profilo umano e una simpatica foto che mi ritrae curvo con un contrabbasso sulla schiena al momento del trasferimento degli strumenti dalla sala al pullman per il ritorno suggellò un rapporto di affetto che dura tuttora.
Quell’orchestra nel tempo è cresciuta, lo zoccolo duro è rimasto, i bimbetti e le bimbette sono giovani uomini e giovani donne, si sono diplomati, hanno una loro vita professionale autonoma, ma non hanno lasciato l’Orchestra che si è trasformata in un organico professionale, dando vita a una propria Associazione che tiene concerti in Italia e all’estero.
Un gruppo speciale di amici e di professionisti
“Effettivamente – dice il fondatore e direttore Vittorio Marchese – le orchestre nate in ambiente didattico vivono un fisiologico ricambio dato dall’evoluzione degli studenti. Questo è capitato certamente anche a noi, ma contemporaneamente abbiamo vissuto uno strano fenomeno di identificazione con il gruppo che è dipeso da molti fattori tra i quali, sicuramente, la consapevolezza di appartenere ad un gruppo “speciale”. I ragazzi non si ingannano, sanno quando stanno ottenendo un prodotto di qualità e quando invece i complimenti che ricevono sono solo di circostanza. Nel nostro caso hanno da subito percepito la determinazione nella ricerca della qualità che ha fatto sì che si trovassero immersi in un’avventura che ha parallelamente generato dei forti legami umani sostenuti dalla condivisione di un obiettivo comune. Da qui i viaggi, le avventure, le vacanze estive insieme per concerti, studio e anche svago. Sempre insieme. Certo il mio ruolo è stato determinante in quanto unico adulto al centro di un gruppo che è arrivato a contare anche 80 partecipanti, ma sempre e soltanto come esaltatore delle loro potenzialità ed “instradatore” e “coltivatore” delle loro enormi energie.
Da qui l’idea dell’orchestra è scaturita fisiologicamente. Inizialmente erano i più piccoli, poi gradualmente sono diventati i più grandi e contemporaneamente l’ensemble di rappresentanza del Conservatorio in Italia ed all’estero e, una volta fuori dall’Istituto, è giunta la necessità di dare una veste professionale al gruppo.
La potenzialità di un’orchestra che è formata da persone che suonano insieme da sempre, che hanno avuto la stessa scuola e la stessa impostazione strumentale, ma anche mentale in termini di serietà e dedizione al lavoro, è enorme. E’ ciò su cui puntiamo e che per ora ci sta gratificando. La nostra ambizione è quella di considerare l’orchestra come un gruppo da camera, un quartetto ad esempio, e di rivolgerci indifferentemente a tutto il territorio nazionale e anche all’estero. D’altro canto speriamo che anche la nostra città si accorga del potenziale che conteniamo e ci dedichi l’attenzione che questi suoi giovani meritano, anche come rappresentanti di una gioventù che, controcorrente, dedica i propri sforzi e sacrifici alla musica e alla cultura in genere tralasciando gli obiettivi facili e di sola apparenza che troppo spesso attirano le ultime generazioni.”
L’Associazione: ognuno oltre a suonare ha un compito
“Questo gruppo – spiega la violinista Yesenia Vicentini, una delle fondatrici storiche del complesso – nato ormai poco più di una decina di anni fa, è sopravvissuto grazie alle persone che sono rimaste “fedeli”, e non sono poche! Ad unirci sempre di più, l’affiatamento, la ricerca della qualità musicale, la voglia di fare esperimenti non accontentandoci alla prima e soprattutto, avere uno scopo che va oltre quello di far vedere “quanto siamo bravi” e che cerca sempre di proporre, anche attraverso spettacoli non del tutto tradizionali, un’energia speciale, un’energia che vuole coinvolgere e far riflettere l’ascoltare andando spesso a toccare temi sociali importanti.
Ovviamente dietro vi è un’intensa preparazione, ma pensiamo ne valga la pena perchè nella frenesia di questa vita attuale ci si dimentica del potere che la musica ha sulle persone.
Prima di fondare l’Associazione, ci siamo accorti che i movimenti all’interno dell’orchestra erano già gestiti come se fosse un’associazione: riunioni quasi tutti i mesi a fine prove, elezioni per la decisione di ruoli o per votare determinati programmi per i concerti futuri, nonché l’esistenza di un gruppo ristretto di persone (il Direttivo) che ultima e definisce i lavori. Questa è la nostra attuale modalità organizzativa. A suggerire l’idea, come al solito, il nostro direttore, il violinista Vittorio Marchese: ha sempre avuto questa grande capacità, di lanciare proposte, talvolta anche impegnative, che toccava poi a noi cogliere al volo, elaborarle e svilupparle, sempre con il suo supporto. Questo ha fatto sì, che ora, siamo proprio noi ragazzi a gestire tutte le faccende, dentro al gruppo ognuno ha dei compiti di cui occuparsi: abbiamo Elena, ispettrice d’orchestra, Andrea Paganelli, archivista e grafico (il nostro logo, lo ha disegnato lui), Andrea Piras e Francesco, addetti alle registrazioni video e audio, poi io Teresa e i due Filippi (Bogdanovic e Taccogna), ci occupiamo più facilmente delle pubbliche relazioni, dei contatti nonché della “segreteria”; infine Lisa, Rachele, Mara e Daniele seguono tutti i social.
Ovviamente dobbiamo ancora migliorare molto, ma devo dire che per quanto alcune mansioni possano presentarsi più o meno complicate, ci stiamo divertendo parecchio ad occuparci di cose che altrimenti non ci toccherebbero”.
Un’Orchestra e tanti sottogruppi
“Ritrovandoci spesso a suonare in orchestra insieme – dice Carola Puppo, primo violoncello – è stato inevitabile che nascessero iniziative da parte di singoli per fare piccoli gruppi con i vari compagni e così negli anni si sono formati vari “sottogruppi”, dal duo all’ottetto”.
“Spesso – conferma il violinista Filippo Bogdanovic, vicepresidente dell’Associazione – ci chiedono un gruppo ridotto ed è proprio così che si sono consolidate esperienze come l’ottetto, il Quartetto di Genova (Yesenia Vicentini e Filippo Taccogna, violini, Teresa Valenza, viola, Carola Puppo, violoncello) o il Duo Effe (Filippo Bogdanovic e Filippo Taccogna).
Le formazioni più piccole, va detto, hanno contribuito ad aumentare ancora di più l’affiatamento tra di noi”.
“Con il passare degli anni – interviene ancora Carola Puppo – le cose sono cambiate dal punto di vista organizzativo. Quando ancora tutti i membri dell’orchestra erano studenti di Conservatorio le prove erano a cadenza settimanale. Alcuni di noi, finito il Conservatorio, hanno intrapreso Corsi di perfezionamento appunto in giro per l’Italia (Cremona, Roma, Portogruaro, Pinerolo, Fiesole, Bologna) o iniziato a lavorare in orchestre giovanili e non, e di conseguenza anche il tipo di studio e l’organizzazione delle prove hanno subito modifiche: ci sono periodi di full immersion in cui prepariamo nuovi programmi e sessioni di prove di più giorni in vista dei concerti, concordati con anticipo in modo da poterci tutti organizzare”.
I prossimi programmi
“È vero – aggiunge Bogdanovic – terminato il Conservatorio alcuni di noi stanno iniziando esperienze fuori città. Essendo in tanti non è facile organizzarsi, ma alla base c’è tantissima voglia di fare, quindi il modo si trova sempre! Per riuscire a conciliare gli impegni di tutti spesso facciamo le prove nel fine settimana. E per il futuro ci aspetta un periodo abbastanza intenso: in primavera faremo molti concerti sia in Italia che in Francia, a fine giugno suoneremo per il Paganini Genova Festival con il vincitore dell’ultimo Premio Paganini! Insomma l’esperienza della nostra Orchestra sta funzionando al meglio e mi ritengo molto fortunato a far parte di un gruppo così affiatato!”
Al cartellone della GOG l’Orchestra Paganini parteciperà con due programmi: “Il 26 marzo – dice la Vicentini – porteremo all’Akropolis Musica per Forza (tratto dal libro di Fania Fénelon Ad Auschwitz c’era un’orchestra), uno spettacolo ideato proprio dall’OPA insieme alla regista e attrice Lorenza Codignola: lì suoneremo il Quartetto n. 8 di Sostakovic in una trascrizione allargata per orchestra d’archi. Il programma del 6 marzo invece sarà interamente dedicato a Vivaldi, con il Concerto per due violoncelli seguito dalle Quattro Stagioni. Per noi si tratta di una sorta di “gioco” per dimostrare ancora una volta che siamo tutti pari: ad ogni movimento il solista cambia, prima si ha modo di ascoltare i due violoncellisti solisti e poi di conoscere da vicino, uno ad uno, i violinisti delle varie sezioni di primi e secondi. A facilitare gli spostamenti è il fatto che ormai suoniamo sempre in piedi”.