Programma interessante per il concerto di San Valentino al Carlo Felice di Genova: ad aprire la serata il concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 di Brahms seguito dalla Sinfonia n. 1 in fa minore op. 10 di Šostakovič.
Interprete al pianoforte è stato Alexander Romanovsky che ha sostituito Michele Campanella assente a causa di un’improvvisa indisposizione, sostituzione che nei giorni scorsi ha acceso qualche polemica per le posizioni filo russe del pianista ucraino.
La composizione del secondo concerto di Brahms risale al 1878 e viene ultimata nel 1881, dopo tre anni di intenso lavoro in cui il compositore tedesco stava approfondendo la scrittura orchestrale e creando così una partitura di notevole densità e ampiezza tanto da essere paragonato a una “sinfonia concertante”.
Dedicato al «caro amico e maestro Eduard Marxsen» e articolato in quattro movimenti al posto dei tradizionali tre, il concerto si apre con l’Allegro non troppo, costruito in forma-sonata, ma con una doppia esposizione. Brahms gioca sui contrasti timbrici e sonori fra pianoforte e orchestra con momenti di grande passionalità e tensione e sull’elaborazione e lo sviluppo del materiale tematico attraverso la tecnica della variazione con un ricco intreccio che si ritrovano anche nel secondo movimento, l’Allegro appassionato, e nel quarto movimento, l’Allegretto scherzoso, che racchiude i momenti di maggior virtuosismo.
Pagina di stupenda poesia romantica è il terzo movimento, l’Andante, in forma tripartita, in cui il tema principale è introdotto dal solo del violoncello.
La valente bacchetta di Donato Renzetti ha saputo dirigere con attenzione, eleganza e raffinatezza l’orchestra in un intricato e delicato dialogo con il pianoforte di Romanovsky che ha sottolineato con vigore i toni drammatici del concerto con un’intensità assai marcata soprattutto nel primo e nel secondo movimento e dimostrando al contempo una solida tecnica in una partitura che richiede grande virtuosismo.
Grandi applausi da parte del pubblico a cui sono seguiti tre bis di Romanovsky: uno studio trascendentale di Liszt, uno studio di Chopin e la Badinerie di J. S. Bach.
La seconda parte del concerto ha visto l’esecuzione della Sinfonia n.1 di Šostakovič composta nel 1925, come ultimo esame per il diploma in Composizione al Conservatorio di San Pietroburgo ed eseguita per la prima volta a Leningrado l’anno successivo sotto la guida di Nikolaj Malko.
Nonostante si tratti del primo lavoro sinfonico di uno Šostakovič all’epoca diciannovenne, il linguaggio musicale è già personale e definito con originali scelte armoniche, timbriche e ritmiche, l’utilizzo solistico dell’organico orchestrale, l’alternanza di momenti di brillantezza, ironia, mistero e grande lirismo che la rendono una sinfonia di non facile esecuzione.
Nel primo movimento “Allegretto – Allegro non troppo” Šostakovič sembra ricordare lontanamente il sinfonismo russo tardo-ottocentesco, ma introduce un elemento di originalità isolando i singoli strumenti alternativamente di passaggio in passaggio con un’esaltazione dei timbri e la realizzazione di un discorso musicale innovativo e dal carattere affascinante e giocoso. L’Allegro dal ritmo di marcia successivo è caratterizzato da un’atmosfera a tratti umoristica e a tratti misteriosa, con un’imponente presenza delle percussioni. Il Lento è il momento più lirico della sinfonia con in apertura un tema affidato all’oboe solista, a cui risponde il violoncello e con un lento e inesorabile crescendo di tensione punteggiato dagli echi della marcia precedente. L’ultimo movimento aperto da un rullo di tamburi presenta invece un forte contrasto tra le sezioni lente e il finale Presto caratterizzato da un culmine di brillantezza e densità orchestrale.
Ancora una volta Renzetti e l’orchestra hanno saputo affrontare con grande maturità una partitura davvero impegnativa per tutte le parti solistiche e per l’insieme, regalando al pubblico una lettura precisa, compatta, elegante e vivace della partitura.
Fragorosi gli applausi finali per l’orchestra e il direttore dalla platea gremita!