L’amore per Mahler, iniziato con un semplice click

Tutto iniziò con una sinfonia.

No, non è l’inizio di uno smielato romanzo rosa per ragazzine né di un enigmatico giallo di Agatha Christie, ma il principio di una sorta di storia d’amore musicale. Amore figurato, ci mancherebbe, non vorrei essere mai accusato di necrofilia.

Dicevo, tutto iniziò con una sinfonia, e precisamente la seconda sinfonia di Mahler, la Resurrezione. Per quanto suonassi trombone e pianoforte ormai da anni, non ero mai stato un assiduo frequentatore della musica classica, anzi l’avevo sempre trovata piuttosto noiosa e provavo piacere soprattutto nell’eseguirla più che nell’ascoltarla. In quei giorni nella mia classe di trombone al Conservatorio di Genova avevo sentito parlare proprio di questa sinfonia, del suo quinto movimento e del suo corale di ottoni che tanto faceva gola ai miei compagni di corso. Diciamo che la curiosità non mi divorò, anzi, mi trovai ad ascoltare questo brano più per caso che per mia sponte. Trovai, me lo ricordo molto bene, l’esecuzione di Abbado (uno dei pochi direttori che conoscevo all’epoca) al Festival di Lucerna del 2003 e appena feci partire il quinto movimento (saltai gli altri quattro a pié pari, ritenendoli senza alcuna base non interessanti) venni travolto dall’onda di potenza del caro Gustav, che divenne e resta tuttora il mio compositore prediletto. Mi si aprii come un mondo.

Sapete, avevo sempre associato alla musica classica una certa compostezza, un’eleganza che a lungo andare mi stufava, tipica ad esempio del ‘700, e non avendo ancora avuto la possibilità di suonare in orchestra quasi ignoravo l’esistenza di questo fantastico periodo chiamato Romanticismo. L’onda sonora mi scosse, e dopo aver ascoltato per due o tre volte quel movimento, facendo particolare attenzione al corale di ottoni (che reputo geniale e che mi emoziona ad ogni ascolto), volli approfondire la questione andando a cercare le altre opere di Mahler.

Da lì fu tutto effetto a catena, ascoltai la quinta, poi la terza, poi la decima sinfonia dell’autore austriaco e conobbi altri autori di quel periodo: Bruckner, Wagner, Richard Strauss, Holst, Tchaikovsky, Dvorak monopolizzarono le mie playlist che abitualmente riproducevo nel breve tragitto in autobus casa-scuola. Fu come scoprire un mondo per me, ebbi l’opportunità di definire un mio gusto musicale e di esplorare nuovi stili che avevo in passato giudicato senza conoscere come la musica del primo ‘900, il barocco e anche quello stile classico che tanto mi annoiava.

Tutto iniziò così, con un video su YouTube, e penso che se non avessi avuto quel mezzo non mi sarei mai appassionato all’ascolto della musica classica e probabilmente non avrei mai pensato di fare della musica il mio (futuro) mestiere. E’ bastato un click, un semplice e innocuo click.

 

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