Alma Mahler Schindler, compositrice e femme fatale

Alma Mahler Schindler era figlia d’arte, nata dall’unione del pittore paesaggista Emil Jakob Schindler con la cantante di operetta Anna von Bergen. In più la madre, al secondo matrimonio, sposò uno dei padri della Secessione viennese, Carl Moll. La sua figura divenne ben presto nota nel cenacolo artistico e culturale viennese, dove spiccava per le doti artistiche da compositrice e da pittrice, ma anche per l’incomparabile bellezza ed eleganza.  Il gossip non tardò ad arrivare, come quello passato alla storia dell’amore consumato con  Gustav Klimt.  Si sposò poi nel 1902 col compositore Gustav Mahler, già direttore della Wiener Staatsoper, molto più grande per età,  che però ne ricercava l’angelo del focolare spingendola al ruolo di madre e moglie, più che all’attività da musicista e compositrice.

Lo stile di Alma Mahler Schindler ricalcava il cambio di scrittura di Arnold Schönberg. Tra le opere si ricordano soprattutto Cinque canzoni per voce e pianoforte (1911), Quattro canzoni per voce e pianoforte (1915), Cinque canzoni per voce e pianoforte (1924).

Fecondi i rapporti intellettuali stretti nel corso della vita, con tante stimolanti conoscenze, ad esempio Leonard Bernstein, Benjamin Britten, Franz Theodor Csokor, Eugen d’Albert,  Wilhelm Furtwängler, Gerhart Hauptmann,  Max Reinhardt, Maurice Ravel, Otto Klemperer, Hans Pfitzner, Heinrich Mann, Thomas Mann, Alban Berg, Erich Maria Remarque, Franz Schreker, Bruno Walter, Richard Strauss, Igor’ Fëdorovič Stravinskij e Arnold Schönberg.

Il matrimonio le stava stretto, entrò in crisi e si innamorò del fondatore del Bauhaus Walter Gropius. In quel periodo compose svariati Lieder. Furono anni complicati seguiti da una relazione con Oskar Kokoschka e poi dalla creazione dell’opera La sposa del vento.  Imprevedibilmente poi la sua vita si intrecciò nuovamente con quella di Gropius. Dalle nozze nel 1915nacque la figlia Manon, che morì a soli 18 anni di poliomielite e a cui, con affetto, Alban Berg dedicò il Concerto per violino “In memoria di un angelo”.

La vita tormentata la portò ad un’altra unione, nel 1929, con Franz Werfel,  suo terzo marito, che morirà nel 1945 lasciandola sola. Il poeta è ricordato, tra l’altro, per Una scrittura femminile azzurro pallido e collaborò altresì a trasposizioni su pellicola.

Dal 1951 la musicista si stabilì a New York, dove stese la sua autobiografia, non scevra di commenti politici.