Adkins Chiti, la paladina delle musiciste

La nostra rubrica “Musica al femminile” non può non dedicare una pagina a ricordo di una personalità che negli ultimi decenni tanto si è adoperata per l’affermazione delle donne nel mondo delle sette note: si tratta di Patricia Adkins Chiti, mezzosoprano e musicologa inglese, fondatrice e presidente della Fondazione “Donne in Musica”, ente che promuove e sostiene musiciste di ogni nazionalità attraverso una propria rete di 27.000 autrici, esecutrici, didatte, musicologhe e ricercatrici in 113 Paesi tramite concerti, commissioni di lavori nuovi e grandi eventi in luoghi importanti con le musiche di donne del passato e del presente.

La Adkins ci ha lasciato due anni fa dopo essersi battuta per oltre quattro decenni con passione e tenacia nel mondo musicale internazionale per dare voce alle compositrici contemporanee. Le sue ricerche hanno svelato l’altra parte della storia della musica, quella dimenticata delle donne; le sue indagini statistiche e le sue conferenze hanno destato le coscienze e incuriosito il pubblico. Sempre impegnata in mille progetti portati avanti con grande serietà, la Adkins ha creato collegamenti tra la sua Fondazione ed Enti culturali di moltissimi Paesi nel mondo.

Nata in Gran Bretagna da una famiglia anglo-francese, dopo aver studiato in Inghilterra, Svizzera e Germania, si è poi stabilita in Italia per perfezionare gli studi lirici e musicologici. Divenuta cittadina italiana dopo il matrimonio, ha fondato nel nostro paese l’associazione “Donne in Musica”.

Tra le numerosissime iniziative da lei promosse ricordiamo per esempio quella del 2015, realizzata per i “Diseredati del mondo”. Come ebbe a dire lei stessa nel corso di una intervista a Forum International Press TV, “Il problema della povertà nel mondo è enorme, si parla di miliardi di persone che vivono sotto il livello decente di esistenza, in maggioranza donne e bambini. Come musiciste ci siamo chieste che cosa potessimo fare per questo e abbiamo deciso di organizzare un progetto che potesse avere un ruolo di monito, di appello all’umanità per portare l’attenzione su questa triste realtà”. Ed è così che è nata la Missa pro terrae hominibus, una messa per i poveri della terra, interamente composta da donne, dieci compositrici scelte nel mondo dopo una accurata selezione. La messa è stata presentata in San Pietro il 9 maggio 2015, e in seguito le dieci composizioni sono state stampate e raccolte in un volume diffuso nel mondo.

Negli ultimi mesi prima di lasciarci era inoltre impegnata in un altro grande evento, l’importante Concerto di Gala, tenutosi il 5 novembre 2018 al Teatro Argentina di Roma. La Fondazione era stata infatti invitata dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ad essere partner per le celebrazioni dei 70 anni della firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Tra le moltissime pubblicazioni della “pasionaria delle donne in musica” citiamo soltanto l’originale volume Almanacco delle virtuose, primedonne, compositrici e musiciste d’Italia – dall’A.D. 177 ai giorni nostri, scritto nel 1991 in forma di calendario che ricorda giorno per giorno tutti gli avvenimenti importanti di tanti secoli di musica al femminile. Il saggio, corredato da un cd con le più note voci della lirica del passato da Adelina Patti a Gina Cigna, contiene tante informazioni, curiosità ed immagini d’epoca.

“Io credo che oggi – sono ancora parole della Adkins nella sopracitata intervista – ci siano tante donne compositrici. Il problema è che il potere decisionale rimane saldamente in mani maschili. Non sempre c’è apertura verso le musiciste, sia nel settore commerciale sia in quello classico e lirico. Sono pochissime le compositrici che emergono, eppure sono talentuose, insegnano nei nostri conservatori e formano i giovani musicisti di domani… La musica deve andare avanti per la qualità dando pari opportunità ad entrambi i sessi”.

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