Paola Delucchi, una violinista da Genova a Londra

Genovese, 34 anni, Paola Delucchi, violinista, dopo il diploma al Conservatorio “N.Paganini” si è trasferita a Londra dove nel 2012 ha terminato il master alla Royal Academy of Music. Nel frattempo si era laureata in filosofia conn una tesi in filosofia della musica. Nel 2013 ha iniziato a insegnare specializzandosi nella didattica indirizzata ai più giovani. Nelle scorse settimane è stata nominata direttore della Junior Academy FSE della Royal Academy of Music dove FSE sta per First String Experienxce, ovvero la sezione di insegnamento rivolta agli archi più giovani”. Il 30 settembre terrà un concerto qui a Genova ospite degli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini

-La nomina a direttore della Junior Academy FSE è il coronamento di un percorso avviato ormai da qualche anno. Ci racconti questa esperienza….

“Avevo 23 anni quando ho deciso di lasciare Genova per Londra: mi interessava vivere in una dimensione internazionale, approfondire in particolare il repertorio cameristico. Il trasferimento è stato facile. Ho trovato un mondo musicale molto vivace. Un’esperienza del genere è un arricchimento. L’importante è avere le idee chiare, sapere cosa si vuole perché ci si lascia alle spalle un luogo ben conosciuto, sicuro, con tutte le proprie certezze e si approda in un ambiente nuovo che può presentare insidie. Avere dunque motivazioni forti aiuta. Io avevo progettato di stare a Londra un paio d’anni, il tempo di frequentare il master. Poi però sono intervenuti fattori nuovi che mi hanno portato a lavorare nel mondo della musica inglese e a questo punto non credo che lascerò Londra, anche se mi preme mantenere un canale aperto con la mia città”.

-E’ arrivato, dunque, un impiego nella didattica musicale…

“Ed ha costituito una vera sorpresa per me. A dire la verità, nei miei più iniziali, ancora da studentessa, l’insegnamento non era contemplato. Poi però mentre ero qui, mi si sono aperte alcune opportunità e mi ha entusiasmato da subito il ritorno “umano” molto forte nel rapporto con i bambini. La musica apre delle prospettive sociali importanti. Nel nostro settore abbiamo a che fare con famiglie diverse, agiate e meno, inglesi e straniere. La musica unisce e il nostro approccio metodologico garantisce ai giovani una esperienza vivace e costruttiva, utile non solo per chi poi vorrà fare la professione, ma anche per chi successivamente abbraccerà altre carriere, ma manterrà un amore per la musica. Per me è stato molto importante inoltre insegnare e nello stesso tempo studiare ancora come allieva: mi sentiva sicura nei miei primi passi da docente, perché avevo alle spalle un controllo.”

-Nelle scorse settimane, è arrivata anche la nomina a direttore….

“Ne sono naturalmente felice. In questi giorni anche online ci stiamo confrontando per organizzare il nuovo anno di studi. Per me sarà una nuova appassionante avventura”.

-Contemporaneamente, però, non trascura l’attività artistica…

“Proprio al master della Royal Academy ho conosciuto il pianista Albert Lau, originario di Hong Kong che ora vive in Germania. Abbiamo formato un duo e cerchiamo di lavorare anche se questi ultimi due anni per la pandemia sono stati difficili. A fine mese saremo qui a Genova per un concerto, ospiti dell’Associazione “Amici del Carlo Felice e del Conservatorio”.

-Lei è arrivata a Londra proveniente dalla formazione in un Conservatorio statale italiano. I programmi ora qui sono cambiati, la legge di riforma della musica ha abolito in vecchi corsi ordinamentali decennali da lei seguiti sostituendoli con i corsi di triennio e di biennio superiore secondo un indirizzo europeo. Quali differenze ha riscontrato nel passaggio dall’Italia alla Gran Bretagna?

“Parlando di scuole in generale la differenza fondamentale è che in Italia si cura maggiormente una cultura generale, mentre a Londra si punta sin da subito su una specializzazione, il che è poi funzionale alla ricerca del lavoro, ammesso che un giovane abbia le idee chiare da subito. In campo musicale  l’accesso ai Conservatori (trienni e bienni) avviene dopo aver conseguito una certa preparazione in scuole precedenti o a livello privato. Anche in questo caso c’è qui un maggior senso pratico: ad esempio nel master dovevo anche occuparmi di organizzarmi concerti, immaginare programmi coerenti, stendere le note di sala ecc.”