Belcea Quartet, solidità formale e libertà espressiva alla GOG

Il Belcea Quartet è stato protagonista del quinto concerto della stagione in corso della GOG al Teatro Carlo Felice di Genova nella serata del 21 febbraio. Ottima la partecipazione, variegata l’età in sala e non lesinato il calore del pubblico, sempre schietto nei giudizi, di un quartetto famoso a livello internazionale che ha incominciato la sua storia nel lontano 1994, quando i suoi membri studiavano al Royal College of Music di Londra. Personalmente ho molto amato le loro registrazioni sui quartetti beethoveniani.

A Genova hanno affrontato un ottimo programma: di Wolfgang Amadeus Mozart  il Quartetto in fa maggiore K 590 (1790),  dove hanno infuso quel mood giocoso e raffinato pervaso di spirito razionale del grande compositore, poi di Karol Szymanowski  un convincente Quartetto n. 1 in do maggiore op. 37 (1917), e di Franz Schubert il Quartetto in re minore D 810 La morte e la fanciulla (1824).

Proprio su questo si sono raggiunte le letture più interessanti coniugando la solidità formale alla libertà espressiva: l’iniziale Allegro in Re minore evidenzia tutte le caratteristiche della struttura formale in forma sonata, seppure con dimensioni maggiori, più larghe, come ci abitua il compositore nei pezzi composti in questo periodo. Segue un Andante con moto dalla ricca tavolozza cromatica, atteso per il tema “La morte e la fanciulla” che viene declinato in 5 variazioni. Questa ontologia della morte è legata alle parole del Lied “Io non sono crudele, nelle mie braccia dormirai dolcemente”, che insiste su una certa solennità e su dinamiche che sfumano verso pianissimi impercettibili, uniti a pause drammatiche e a colori scuri degli strumenti, che tuttavia, a tratti, rivelano una luce rasserenante. Terzo tempo in Re minore, uno Scherzo, cui fa eco il Presto dove il più classico dei rondò prende a prestito frammenti tematici popolari, che richiamano la tarantella.

Da sogno anche gli strumenti: un violino Giovanni Battista Guadagnini e un Nicolas Lupot (1824), una viola Nicola Amati (ca.1670)  e un violoncello Matteo Gofriller (1722).

Prossimo concerto al Teatro Carlo Felice  della GOG lunedì 28 febbraio, sempre alle 20.30, con Lucio Perotti pianoforte, Fabio Bagnoli oboe, Gianluca Sulli clarinetto, Daniele Orlando violino, Margherita Di Giovanni viola, Alessandro Schillaci contrabbasso. In programma brani di Arnold Schönberg, Nikolaos Skalkottas, Béla Bartók, Frederic Rzewski e Sergej Prokof’ev.