Festival di Nervi, la magia inaugurale di Brunello, Rana e sette étoiles internazionali

Traffico alle stelle, deviazioni stradali e la protesta silenziosa all’ingresso del Festival internazionale del balletto e della musica di Nervi con uno striscione dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo recante la scritta “Stato di agitazione permanente” non aiutano, ma la realtà ( o meglio questa parte della realtà visto che la passeggiata e i parchi di Nervi sono impagabili) viene ben presto accantonata entrando nella dimensione accogliente dell’area adibita allo spettacolo nella serata della prima del 17 luglio intitolata “Duets and Solos”, a cura di Daniele Cipriani.

Tanti appassionati e habituè del Teatro Carlo Felice tra le file del pubblico rigorosamente distanziate, tra cui il Maestro Nevio Zanardi, il presidente dell’associazione Amici del Teatro Carlo Felice Giuseppe Isoleri, la scrittrice Selena Pastorino, il talento Carola Puppo che ricorda come il violoncello di Mario Brunello l’abbia accompagnata nel lockdown con i video postati dal fuoriclasse di straordinario valore non solo musicale, ma tecnico. Già, perché sono Mario Brunello e Beatrice Rana le star della classica che hanno retto il concerto dedicato alla scomparsa di Zizi Jeanmaire, insieme a grandi nomi della danza fra cui due coppie dell’Hamburg Ballet e dell’Opera di Berlino.

“Non era scontato ricominciare, abbiamo lavorato a lungo per raggiungere questo risultato, per tornare a fare cultura insieme ed emozionarci” sono parole dell’assessore alla Cultura di Genova Barbara Grosso, mentre il sovrintendente   del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi, il vicesindaco di Genova Stefano Balleari, Rino Surace di Porto Antico spa, Tiziana Lazzari del Rotary International Club e l’assessore regionale Ilaria Cavo  hanno messo in risalto la straordinaria varietà di un cartellone definitosi in tempi stretti, appena la situazione ne ha reso possibile il via libera.  Curatissime le coreografie eseguite da sette stelle della danza riconosciute a livello internazionale in oltre un’ora e mezza di spettacolo: Iana Salenko, Marian Walter, Sergio Bernal, Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko, Matteo Miccini, Hugo Marchard.  Calibrato il programma tra musiche di Jules Massenet, Gaspar Cassadò, Sergej Rachmaninov, Camille Saint-Saëns, Johann Sebastian Bach, Frédéric Chopin e le funamboliche variazioni sul tema della “Follia” nella trascrizione per violoncello e pianoforte di Cesare Freddi e Laura Serra.

Evidente l’estrema concentrazione fin dalle prime note di Mario Brunello che ha saputo veicolare l’estro, ma anche il pieno controllo del suono e delle ricerche espressive più azzardate, con una naturalezza da mostro sacro. Un filo di emozione per Beatrice Rana, complice l’amplificazione che l’ha portata durante il concerto a una piena padronanza dei colori  dopo i primi brani, lasciando un po’ di amaro in bocca per un Notturno in Do minore non al massimo della sua resa, ma raggiungendo livelli altissimi nella seconda parte del concerto  e in un impeccabile “La Valse” di Maurice Ravel tra numerosi “brava”, “pazzesca” e rapimento del pubblico.

Impareggiabile Brunello nelle Suite di Bach che interpreta sempre con profondità e radiosa eleganza cesellandone ogni particolare; non è una novità. La magia è diventata assoluta poi nel connubio danza e note con grande pathos e con la complicità delle coppie sul palco e nella vita come Silvia Azzoni e Alexander Ryabko oppure Iana Salenko e Marian Walter. Straordinario l’italiano Matteo Miccini nell’assolo di Clug e particolarmente coinvolgenti, a giudicare dagli applausi del pubblico, Bernal e Miccini nel passo a due maschile di Bernal e De Luz  nelle Variazioni sul tema della “follia”.

Inaspettati, nell’accompagnare il concerto, anche se la rotazione si è esaurita prima della fine, tanti aforismi per stimolare la riflessione, dal celebre e forse scontato “Impara a ballare altrimenti gli angeli in cielo non sapranno cosa fare con te” all’illusorietà della gioia nelle note parole di Mozart “La felicità consiste nell’immaginazione”, quella stessa che delineava il filosofo Kant (per cui “la felicità non è un ideale della ragione, ma dell’immaginazione) e la medesima miccia che questa straordinaria apertura di alto profilo ha saputo regalare, in definitiva non solo agli intenditori, segnando un’ottima partenza per il Festival di Nervi 2020. Tutti gli appuntamenti della kermesse cliccando qui.