Diego Campagna, dall’Olimpo della classica al prossimo Festival Chitarristico Internazionale Città di Sanremo

Sono giorni di calma apparente quelli del lockdown per il celebre chitarrista Diego Campagna, concertista nei più grandi teatri del mondo, Visiting Professor in importanti istituzioni come la Juilliard School di Manhattan, NYC ed il Conservatorio Centrale Nazionale di Pechino oltre che promotore ed ideatore, tra gli altri, del Festival Chitarristico Internazionale Città di Sanremo con un top player per ogni serata. Solo nell’ultima edizione del 2019 si ricordano tra gli altri Solo Duo, Cristina Gaglietto, Rene Izquierdo, Zoran Dukic, Domenico, Giulio con tre importanti chitarristi cinesi (Xu Tuo, Ding Wuhong e Xuanxuan Sun), Tali Roth (Capodipartimento della Juilliard School), Nicolò Spera ed Eliot Fisk.

-Come ha passato il lockdown e da quanto è fermo? “Io sono in realtà fermo da quando sono tornato dall’ultima tournée in Cina conclusasi verso la metà di dicembre. Dovevo affrontare altri due tour in Cina e Asia, uno a gennaio e uno tra febbraio e marzo, ora dovrei essere negli Stati Uniti e a luglio avevo in programma una tournée con l’Orchestra Nazionale del Messico. Tutto è stato annullato chiaramente e si iniziano a riprogrammare le date  tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Sono fermo come tutti; sembra che la situazione sia migliorata e che si possa fare qualcosa di ridotto a fine luglio. Mi mancano il mondo, il pubblico, i teatri, i viaggi, ma la vivo con ottimismo perché non dipende da noi e bisogna avere pazienza”.

-Cosa ne pensa dello stato di agitazione permanente, delle manifestazioni di questi giorni che coinvolgono non solo gli artisti ma tutte le figure professionali del settore? “Il problema che si aggiunge a quello più grosso del Covid -19 è che per aprire in certe condizioni forse è meglio non aprire. Penso a qualunque attività dai bar ai negozi ai ristoranti. Non parliamo dei teatri dove siamo abituati a vedere le persone che ci regalano lo spettacolo, il concerto, ma esiste una moltitudine di addetti ai lavori e di professioni che operano altrettanto faticosamente dietro alle quinte o prima per promuovere lo spettacolo. L’indotto è molto grande e in Italia ne avevo già parlato su diverse riviste sono decine di migliaia di persone che si trovano senza stipendio e senza sussidi statali.  Questa situazione ovviamente mi addolora tocca noi artisti e tutto il teatro con numeri importanti e altrettante famiglie”.

-Perché ha accettato di suonare in Barrio di Mahmood? “Paletti e confini esistono tra i diversi generi musicali, ma nel mondo in cui stiamo oggi dove tutto è veloce e i ragazzini vivono con il cellulare in mano c’è bisogno anche di messaggi come questo per farli avvicinare a ciò che realmente facciamo di nobile, che non è assolutamente per pochi, ma per tutti. Anche la musica dipende da come viene ‘venduta’, passatemi questo termine. Partecipare al progetto aveva ed ha un significato divulgativo e didattico per arrivare dritto al segmento young. Suonare nel brano Barrio di Mahmood  ha portato nelle case di tutti il  Capriccio Arabo di Francisco Tarrega che poi Charlie Charles ha sapientemente mixato insieme alle sue basi”.

-Sta già pensando anche ad una sua creazione di successo, cioè il Festival Chitarristico  Internazionale Città di Sanremo? “Da tanti anni ogni mese sono in un continente diverso però mi sono detto: perché non portare un pezzo di mondo nel territorio in cui sono nato e cresciuto? La prima edizione di questa kermesse era già stata benedetta dalle leggende della storia della chitarra… Quest’anno nel 2020 ci sarà la sesta edizione con i più grandi chitarristi del mondo e in questi anni è diventato un vero punto di riferimento mondiale. Vi arrivano studenti dalla Cina, dagli Stati Uniti, dal Sud America per ascoltare i concerti per partecipare al concorso. Il teatro è sempre pieno tutta la settimana e sapete quanto risulta difficile riempirli a novembre in Riviera. E’ per me un modo di restituire e di valorizzare quel meraviglioso territorio in cui sono  nato e in cui comunque vivo”.

DIEGO CAMPAGNA: Nato ad Imperia, ha iniziato a studiare la chitarra in Italia all’età di otto anni, dopo aver ascoltato un disco dall’indimenticabile M° Andrés Segovia. Ha studiato presso il Mozarteum di Salisburgo laureandosi con il massimo dei voti con il M° Eliot Fisk. Tra i grandi interpreti che hanno suonato con lui il grande soprano Mariella Devia, il “Neus Wiener Quartet” di Vienna, il violinista Fation Hoxholli, il violoncellista Katharina Gross, esibendosi in alcuni delle più prestigiose sale da concerto d’Europa e Stati Uniti come la Carnegie Hall di New York, il Lincoln Center a NYC, la Juilliard School of Manhattan NYC, la Jordan Hall di Boston, la Großes Saal al Mozarteum di Salisburgo, la Kawai Hall di Osaka, il Teatro Municipale I. Pane di Asuncion, la Jan Hus Church e la Pisek Hall di Manhattan-NYC per Vox Novus, il Casinò Theatre di Newport, l’Alpen Center di Città del Capo, il Conservatorio Nazionale di Pechino. Nel giugno 2014, dopo i suoi concerti a Newport e Rhode Island, ha ricevuto la chiave della città da parte del Sindaco per il suo importante valore artistico e il 22 giugno è stato dichiarato il “Diego Campagna Day”. Il 5 luglio 2015 dopo il suo recital ad Asunciòn in Paraguay alla presenza del Ministro della Cultura e degli Ambasciatori di sette Paesi, viene insignito del titolo di “Visitatore Illustre” per i suoi alti meriti artistici e culturali; nel 2016 viene proclamato dal Sindaco cittadino onorario di Badalucco (Imperia, Italia) sempre nel 2016 riceve un premio dalle principali scuole pubbliche di New York City per la sua carriera artistica nel mondo ed il suo impegno per i giovani e la musica. È il dedicatario di numerosi brani scritti da alcuni dei più importanti compositori contemporanei. E’ “Visiting Professor” in importanti istituzioni mondiali come la Juilliard School di Manhattan, NYC ed il Conservatorio Centrale Nazionale di Pechino. E’ il Direttore Artistico dell’etichetta discografica “Ets Cordes”, Roma. Disco di Platino per la sua chitarra suonata nel singolo “Barrio” del cantautore italiano Mahmood prodotto da Universal.