Zena: il viaggio dell’umanità emigrante

Zena (il viaggio dell’emigrante) è la commedia musicale in un atto di Fabrizio Lamberti su Libretto di Mauro Graiani, commissionata dalla Fondazione del Teatro Carlo Felice, che ha debuttato in prima assoluta ieri pomeriggio nel primo Foyer con una grande partecipazione e accoglienza da parte del pubblico.

Il racconto, ambientato nella Genova di fine Ottocento, si apre con le note di Ma se ghe penso del 1925 di Attilio Margutti sui versi di Mario Cappello che accompagna come motivo musicale portante tutto lo spettacolo e ispira la storia di Bacci, Giovanni Battista Orengo, un giovane che per sopravvivere commette piccoli espedienti, sognando un futuro migliore nel Nuovo Mondo.

Al suo fianco vi sono il migliore amico Carbunin – con cui Bacci compie piccoli furti nella zona angiportuale e che al contrario suo mira a rimanere a Genova e a “sbancare” rapinando le paghe dei marittimi a Piazza Banchi – e la fidanzata Natalina, prostituta di Vico dell’Amor Perfetto, che alla proposta di partire per un nuovo futuro insieme, rifiuta dimostrandosi prigioniera di se stessa e del suo destino.

Ritrovatosi così da solo, Bacci grazie ai risparmi di nonno Gaita decide comunque di partire, acquistando invano due biglietti nella speranza che Natalina cambi idea, e imbarcandosi con pochi spiccioli e una piantina di basilico per Buenos Aires.

Un momento dello spettacolo

Inizia quindi il viaggio all’insegna dei molteplici incontri che segneranno il suo futuro: il primo con Diego Moreon, bandito argentino che all’inizio lo truffa ma che in seguito diventerà suo amico, socio e cognato; poi con Edmondo De Amicis, che gli insegnerà a leggere e scrivere e gli mostrerà la dura realtà degli emigranti in Sud America; e ancora con la famiglia Bergoglio, famiglia molto religiosa, e Pedro Vasena, fondatore della Compagnia Elettrica Argentina, che gli fornirà un aiuto importante negli affari. Bacci dopo alterne vicende riesce a riscattarsi, facendo fortuna con le coltivazioni di basilico – cantato nel trascinante inno blues Baxeicò di Gian Piero Alloisio – e la produzione di pesto a Boca, e a costruirsi una nuova vita e una nuova famiglia, incontrando e sposando Maria, sorella di Dieguito, da cui avrà un figlio. In questa appassionante avventura non mancano gli eventi luttuosi: la morte dell’amico Carbunin a Genova prima, e la morte della moglie poi, accompagnati dalla nostalgia di casa e dal desiderio di tornare nella propria terra proprio come il protagonista di Ma se ghe penso. Diventato ormai anziano, Bacci riuscirà finalmente a far ritorno in patria grazie al figlio grande che gli regalerà il biglietto per Genova.

Il ritmo narrativo, conferito dalla regia e dalle scene di Mauro Graiani, è vivace e incalzante e vede la perfetta commistione tra comico, romantico e drammatico in un plurilinguismo che rende realistico il racconto: si alternano continuamente, infatti, italiano, genovese, e spagnolo.

Gli attori sulla scena hanno dato grande prova delle loro capacità drammaturgiche e canore risultando convincenti nei vari ruoli interpretati: Raffaele Ficiur in Bacci, Corrado Tedeschi in video in Bacci anziano, Danilo Ramon Giannini in Carbunin/Dieguito/Juan/Edmondo De Amicis, Elisa Dal Corso in Natalina e Maria, Andrea D’andreagiovanni in Schiappacasse/Pedro Vasena/Padre Miguel/Banchiere/Poliziotto. Le musiche – eseguite da Zena Orchestra, composta da Roberto Piga al violino, Fabrizio Lamberti al pianoforte, Julio Fortunato alla fisarmonica e al contrabbasso, e Dado Sezzi alle percussioni – hanno accompagnato piacevolmente la commedia risultando però marginali.

Peccato per l’acustica che ha inficiato negativamente sulla resa dello spettacolo: la mancata amplificazione degli attori ha creato un disequilibrio nei volumi rispetto alla musica e ai contenuti video di Corrado Tedeschi, risultando non sempre ben chiari e comprensibili al pubblico.

I calorosi applausi finali hanno comunque dimostrato il successo riscosso nella platea che ha vissuto insieme ai protagonisti una storia emozionante e coinvolgente.

Zena, infatti, è insieme la storia di Bacci, del protagonista di Ma se ghe pensu, di tutti i genovesi e degli italiani emigrati nelle Nuove Americhe in cerca di fortuna, e di tutta l’umanità emigrante di ieri e di oggi in fuga dalle guerre, dalla distruzione e dalla miseria. E’ la storia di ognuno di noi, dei nostri padri e dei nostri antenati e per questo ha in sé una grande forza drammatica che potrebbe essere approfondita attraverso un più ampio respiro narrativo e a una maggiore caratterizzazione dei personaggi.