Lady Macbeth, una festa teatrale per Adelaide Ristori

«Le celebrazioni sono delle rotture di scatole». Lo ha dichiarato Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale, in occasione della presentazione  di Lady Macbeth – Suite per Adelaide Ristori, lo spettacolo di punta del Teatro genovese, inserito nelle celebrazioni per il duecentesimo anniversario della nascita della grande attrice Ristori.

Il lavoro, costruito sulla drammaturgia di Andrea Porcheddu (liberamente ispirata al Macbetto di Giulio Carcano) per la regia di Livermore vede come protagonista Elisabetta Pozzi. In alcune parti in video interverrà anche il critico Alberto Mattioli mentre aiuto regista sarà Carlo Sciaccaluga. Il debutto è previsto per martedì prossimo al Teatro Modena.

Tornando all’affermazione iniziale di Livermore, l’idea alla base dello spettacolo è quella non di “celebrare” la Ristori, ma “farla rivivere” in un gioco di teatro che metta insieme tecniche e stili differenti, raccontando la grande attrice ma nello stesso tempo calandola nel suo intricato periodo storico.

Lady Macbeth – Suite per Adelaide Ristori ripercorre dunque la straordinaria esperienza di vita e teatro di Adelaide Ristori e fa esplodere con forza i monologhi shakespeariani che la resero celebre a livello internazionale, nella versione adattata per lei in versi italiani da Giulio Carcano nel 1860.

Donna indipendente, ambasciatrice dell’idea risorgimentale, dotata di grandi capacità imprenditoriali, Adelaide Ristori è una figura chiave dell’Ottocento teatrale, amata da folle di ammiratori illustri, come, tra i tanti, Camillo Cavour, Alexandre Dumas o Théophile Gautier. La Regina Vittoria a Londra l’aveva definita “una cosa sublime”, Giuseppe Verdi la citava come fonte di ispirazione per la Lady del suo Macbeth (sull’interpretazione teatrale della Ristori è stata modellata la celebre scena del sonnambulismo), il re Vittorio Emanuele III le fece visita nella sua casa di Roma in occasione dell’ottantesimo compleanno. Amata soprattutto nel repertorio tragico, la famosa “attrice-marchesa” (il matrimonio con il Marchese Capranica del Grillo aveva fatto scalpore) ha contribuito a creare un nuovo stile recitativo, dando alla professione dell’attore quella dignità sociale e culturale che non aveva mai avuto prima.

Elisabetta Pozzi condurrà lo spettatore in un viaggio tra passato e presente, realtà e virtualità. Grazie alla complicità di ospiti in voce e video, primo fra tutti il giornalista Alberto Mattioli, la scena si popolerà di “fantasmi”, dalle streghe di Macbeth a celebri contemporanei di Adelaide Ristori (da Verdi a Cavour a Eleonora Duse).

«Il teatro è capace di grandi afflati drammatici ma noi che lo facciamo sappiamo che è anche un bellissimo gioco, non a caso in inglese e francese le parole recitare e giocare coincidono», afferma Davide Livermore. «Rideremo e ci commuoveremo per ricordare l’esplosività vitale, unica e irripetibile, di una donna che ha insegnato a tutti come essere glamour, che ha mostrato come il teatro possa alimentare nell’uomo una qualità della vita migliore». E aggiunge: «Sarà come fare una seduta spiritica collettiva, gioiosa e drammatica al tempo stesso, per evocare e riportare con noi Adelaide Ristori e godere della sua luce per qualche momento. E solo una grandissima attrice dei nostri tempi come Elisabetta Pozzi poteva essere all’altezza di questo compito».