La pioggia battente ha tenuto lontano, ieri sera, molti potenziali spettatori dal Carlo Felice. Un vero peccato perché il concerto sinfonico inserito nel ciclo “Novecenti” era fra quelli da non perdere. Un bellissimo programma, una eccellente bacchetta sul podio, Donato Renzetti, e un’orchestra in splendida forma con tutte le prime parti (segnaliamo il primo violino Fabris e il primo corno Cainero) reattive e inappuntabili.
Renzetti, impegnato in questi giorni nell’opera di Berlioz Béatrice et Bénédict, ha aperto la serata con un omaggio alla Parigi di primo Novecento: il delizioso Concert pur petit orchestre di Roussel (compositore oggi quasi dimenticato, eppure di estrema raffinatezza che ebbe nel genovese Luigi Cortese uno dei primissimi e acuti biografi italiani) e la Pavane pour une enfant defunte, capolavoro poetico di Ravel. Il preziosismo delle due partiture ha trovato nel direttore un interprete di rara intelligenza per eleganza lirica, gusto espressivo, scelte dinamiche.
Da un geniale orchestratore quale Ravel a un altro maestro dell’orchestra quale Respighi cresciuto alla scuola di Rimski-Korsakov: la sua trascrizione dei Corali di Bach è straordinaria nel rispettare pienamente la scrittura del grande artista tedesco e nello stesso tempo nell’offrire all’ascoltatore una dimensione sonora del tutto diversa e sorprendente. Ottima la lettura dello strumentale ben coordinato da Renzetti che nella seconda parte del concerto si è affacciato nella Spagna di Manuel De Falla con le suite tratte da El sombrero de tres picos e El amor brujo. Altre atmosfere, un gioco vivace di colori e di ritmi restituiti in una lettura di fresca e limpida vivacità.
Gli applausi finali sono stati calorosissimi e meritati.