Colasanti e il mito del Minotauro

Fondazione Carlo Felice e Giovine Orchestra Genovese insieme per ripartire. Come già accaduto nelle due ultime stagioni, anche quest’anno le due maggiori istituzioni musicali cittadine proporranno per l’apertura stagionale un concerto in collaborazione, aperto alla città. L’appuntamento è per venerdì prossimo (ore 20,30). Sul podio dell’Orchestra del Teatro salirà Donato Renzetti. Il programma prevede Arianna e il Minotauro, nuova versione per attore, soprano e orchestra di Silvia Colasanti, Nocturnes per coro femminile e orchestra di Debussy e Danze sinfoniche op. 45 di Rachmaninov. Solisti nel brano di Silvia Colasanti, l’attore Pietro Fabbri e il soprano Irene Cerboncini.Il Coro femminile sarà diretto da Claudio Marino Moretti.

 

“Ho sempre avuto una passione per il Teatro. Mi attrae l’idea di raccontare una storia attraverso la musica. Molte mie composizioni sono animate, del resto, da una idea drammaturgica interna”.

Silvia Colasanti parla della sua attività di compositrice alla vigilia di due appuntamenti che l’attendono a Genova. Oltre al citato lavoro presentato venerdì prossimo, infatti, in ottobre nell’ambito delle semifinali del “Premio Paganini” i concorrenti dovranno cimentarsi con un suo brano violinistico appositamente composto.

Arianna e il Minotauro – spiega la compositrice – è una nuova versione per voce recitante, soprano e piccola orchestra di una opera precedente: in questa versione è presentata per la prima volta. E’ una rivisitazione del mito del Minotauro condotta anche attraverso riletture novecentesche (penso a Borges): un Minotauro che riflette su se stesso e che appare vittima degli uomini, rappresentati dalla sorellastra Arianna che l’inganna consentendo a Teseo di ucciderlo”.

-Il brano per il Concorso è invece in prima assoluta…

“Certamente e per me ha rappresentato una sfida molto interessante. Sono abituata a lavorare con grandi organici, vocali e strumentali. E l’idea di concentrare tutto su uno strumento mi ha impegnato in una maniera particolare. Naturalmente trattandosi di un Concorso intitolato a Paganini, c’è un ricordo del grande artista genovese, ma il mio obbiettivo non è stato il virtuosismo fine a se stesso: mi interessava vedere se i giovani artisti che approdano al Premio e sono quindi tecnicamente preparatissimi riescono a confrontarsi con un linguaggio che mescola elementi diversi, capire un pensiero del nostro tempo”.

Formatasi tra il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma (dove è oggi docente di composizione), l’Accademia Musicale Chigiana e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Silvia Colasanti ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Premio Goffredo Petrassi quale “migliore diplomata” in Composizione. Nel 2013 è stata nominata ancora dal Presidente Napolitano, Cavaliere della Repubblica, mentre, nel 2017, il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito il riconoscimento di Ufficiale della Repubblica.

-Programmi futuri?

“Sto lavorando a due opere. Nell’ottobre del prossimo anno all’Opera di Roma andrà in scena “L’ultimo viaggio di Simbad” in cui affronto il tema della migrazione e del viaggio. E l’anno dopo alla Scala presenterò un’opera sul rapporto fra arte e potere ispirata alla poetessa Anna Achmatova che nelle biografie risulta essere di nazionalità russa, ma che era nata nell’attuale territorio ucraino”.

-Oggi sono in aumento compositrici e direttrici d’orchestra. C’è una inversione di tendenza?

“Direi di sì, viviamo una fase fortunata, gli spazi del resto ci sono. L’importante è che si scelgano le persone per il merito e non per il genere. Insomma, niente quote rosa….”