Aveva 24 anni Rossini quando nel 1816 scrisse (si dice in una ventina di giorni!) “Il barbiere di Siviglia”. E la storia di quella che può essere considerata il simbolo del teatro comico italiano, gioca sulla contrapposizione generazionale: due giovani innamorati da una parte, due vecchi imbalsamati dall’altra, tutti manipolati da uno dei più furbi servitori del teatro, Figaro. Un’opera “giovane”, insomma, particolarmente adatta ad essere interpretata da un cast altrettanto giovane anche se doverosamente di alto livello. “Il barbiere di Siviglia” andrà in scena venerdì prossimo al Carlo Felice, ultimo titolo della stagione lirica genovese proprio all’insegna dei giovani.
L’allestimento arriva dal Maggio Musicale Fiorentino; la regia di Damiano Michieletto è ripresa da Andrea Bernard.
La direzione musicale è affidata a Giancarlo Andretta che coordinerà orchestra e coro del Teatro e un cast formato dai giovani dell’Accademia di alto perfezionamento lirico del Teatro, diretta da Francesco Meli con il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli. E’ ormai una tradizione che si rinnova, anno dopo anno: il Teatro genovese riserva lo spettacolo finale del cartellone ufficiale ai giovani artisti che hanno così l’opportunità di maturare una esperienza professionale autentica e importante.
A dare vita ai personaggi rossiniani saranno dunque Carlo Sgura e Gabriele Barria (15/18/20) (Figaro), Greta Carlino e Giulia Alletto (15/18/20) (Rosina), Paolo Nevi e Manuel Caputo (15/18/20) (Il Conte d’Almaviva), Gianpiero Delle Grazie e Willingerd Gimenez (15/18/20) (Don Bartolo), Davide Sabatino e Antonino Arcilesi (15/18/20) (Don Basilio), Gabriella Ingenito e Martina Saviano (15/18/20) (Berta), Ernesto de Nittis (Fiorello), Angelo Parisi e Franco Rios Castro (15/18/20) (Un ufficiale).
Commenta Giancarlo Andretta: «Riaprire la partitura del Barbiere di Siviglia e tornare a studiare Rossini con assoluta cura e sempre nuovo amore è un momento di vera “salute”, come tornare dal dottore per un’efficace cura di pulizia direttoriale. Ora sta accadendo per questa produzione dell’Opera Carlo Felice Genova in cui due ottimi cast di giovani cantanti dell’Accademia dell’Opera preparano il loro debutto nel Barbiere di Siviglia. Insieme ai giovani artisti ci siamo posti l’obiettivo di evitare qualunque routine, abitudini e consuetudini che non arrivano da Rossini e che certamente non lo avrebbero reso felice. Sappiamo che bisogna prepararsi come se fosse per la première del 20 febbraio 1816. Siamo ora nel vivo delle prove, e siamo fiduciosi di far sorridere il Maestro Rossini che da Lassù ci controlla, per creare e donare ore di pura gioia musicale e teatrale.»
La regia e l’impianto scenico di Damiano Michieletto, realizzati nel 2005 per il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, raccontano l’opera incentrandosi sul ritmo teatrale con un linguaggio lineare e diretto: «È una produzione incentrata sugli stilemi della commedia dell’arte, della quale riprendo le maschere, che diventano i personaggi (immaginando ad esempio Don Bartolo come Pantalone, Figaro come Arlecchino, Rosina come Colombina). Nei costumi non c’è niente che si riferisca esplicitamente alle maschere, il riferimento è piuttosto nell’impostazione del gioco teatrale, nel registro. Il tono è volutamente naïf, mi sono concentrato sulle dinamiche teatrali con un linguaggio semplice. Lo spettacolo va alla radice e punta alla comicità, non vuole veicolare messaggi ma trasmettere il ritmo drammatico e dargli forza con un gioco di interpretazione non scontato e con una messa in scena molto semplice. Andrea Bernard, che cura la ripresa per la seconda volta, ha la mia piena fiducia».
Dopo la prima di venerdì 14, “Il barbiere di Siviglia” avrà cinque repliche: sabato 15 (ore 15), domenica 16 (ore 15), martedì 18 (ore 20), mercoledì 19 (ore 20) e giovedì 20 (ore 20).