La metafora è esplicita fin dal titolo: “Moby Dick , viaggio nella profondità dell’animo umano”. Ed è un viaggio, quello che Alessandro Preziosi sta per intraprendere , venerdì 5 e sabato 6 luglio (con avvio alle 21,30) per aprire il nuovo Festival di Borgio Verezzi, in perfetta sintonia con quello che è stato fino ad oggi il suo percorso artistico , tra poesia e scavo nei labirinti dell’inconscio.
Come interprete, nella parte di Achab che dà la caccia alla balena bianca e come regista dello spettacolo adattato da Tommaso Mattei e sonorizzato dal vivo da Paki di Maio, ha alle spalle una lunga e impegnativa carriera. Il mito infatti fu creato nel 1831 da Melville dall’onda di una secolare letteratura di viaggio che ha sempre inseguito e sfuggito i mostri su una linea di confine dove, fin dall’antichità, la cronaca si mescolava alla leggenda in una reciproca contaminazione.
Tradotta in Italia nel 1932 da Cesare Pavese “Moby Dick” conobbe una grande avventura londinese e hollywoodiana negli anni Cinquanta. Per il teatro, nella capitale inglese, fu Orson Welles ad adattare il romanzo senza nascondere una sua ricerca tra le tempeste affrontate da Achab e quella shakespeariana che tormenta re Lear. Al cinema fece qualche tentativo ma più fortunato di lui fu Huston , con un kolossal affidato alla grinta di Gregory Peck.
In Italia Moby Dick ha attirato sulla sua rotta De Capitani in epoca di lock down ma uno storico punto di riferimento è certamente Vittorio Gassman, nel luglio del 1992, a Genova , durante le Colombiane , sulla tolda di un Pequod costruito su disegno di Renzo Piano.
Prima di salirvi, sotto un cielo fosco e minaccioso che sembrava “ordinato” da un misterioso scenografo anche se preoccupava gli spettatori, aveva confidato: “Non vedo la Balena bianca come il mostro per antonomasia né la sua lotta contro il capitano Achab come contrapposizione tra il bene e il male. Per me darle la caccia sarebbe come inseguire un’utopia, sempre la stessa: sconfiggere la morte”.
Alessandro Preziosi ha anticipato che non eviterà l’impatto di questa lotta ma che la affronterà senza una contrapposizione drastica e manichea. Soprattutto gli interessa intercettare all’orizzonte una luce di speranza, comunicare l’idea che il il male c’è, ma che è possibile sconfiggerlo.