Una serata da “Sogno di una notte di mezza estate”, l’Hamburg Ballet al Nervi Music Ballet Festival

Una serata di sorprese ed emozioni sul palco del Nervi Music Ballet Festival alla prima rappresentazione di “Sogno di una notte di mezza estate” dell’Hamburg Ballet (stasera alle 21.15 la replica). Uno degli spettacoli più attesi della manifestazione perché riporta sul palco dei parchi una grande compagnia impegnata in un balletto intero e per più di una serata, come era nella tradizione del passato. La scelta della compagnia tedesca ha sottolineato una tappa fondamentale del direttore artistico e coreografo John Neumaier: dopo più di 50 anni lascia la direzione della compagnia forgiata a sua immagine e somiglianza, e l’occasione genovese ha costituito l’ultima tournée con i suoi ballerini e l’addio alle scene.

Il “Sogno” di Neumaier prende spunto dal possente affresco letterario di Shakespeare e lo trasforma in un balletto in tre scene e due atti che ripercorre lo stile dei balletti del repertorio ottocentesco: una parte narrativa introduttiva, una centrale onirica, una conclusiva di festa con apoteosi, con intermezzi di “colore” e ruoli d’un rinnovato carattere. E’ una delle coreografie più celebri di Neumaier creata nel 1977 e che ancora oggi, malgrado qualche momento ripetitivo nella parte centrale del sogno e nel finale, dà prova di un’ampia capacità di trasformare una narrazione letteraria in una costruzione coreografica originale.

Una scena del “Sogno”, fate, Titania, Oberon

Di grande impatto il passaggio dal momento iniziale narrativo allo svelamento del sogno di Titania: la scena si trasforma in bosco (evocato da tre alberi semoventi) e i danzatori prendono le sembianze di moderne fate luccicanti, figure stilizzate dai movimenti meccanici. Coincide anche con il primo cambio di registro musicale, che accosta alla composizione “Sogno d’una notte di mezza estate” di Felix Mendelssohn Bartholdy (con la celebre marcia nuziale) alla musica con cluster dinamici per organo e musica percussiva per clavicembalo di Gyorgy Ligeti, a sottolineare il grande contrasto tra realtà e sogno. Emergono le figure dei primi ballerini, in particolare la “Titania” di Alina Cojocaru, Christopher Evans nei ruoli di “Theseus, duca di Atene” e di “Oberon” e il genovese Jacopo Bellussi (“Lysander” e “Un giardiniere”). Deliziose nei loro ruoli di “Helena” ed “Hermia” le danzatrici Xue Lin e Madoka Sugai, apprezzate sia per tecnica che per espressività. Notevole il gruppo di artigiani che irrompe più volte in scena spezzando il ritmo onirico con l’allegra processione da saltimbanchi al seguito di un organetto. Torneranno a divertire nella parte finale, giullari di corte nel divertissement che sottolinea la festa dei matrimoni. Al folletto “Puck” interpretato da Alexandr Trusch, il fil rouge della magia d’amore che mette scompiglio nel sogno innescando schermaglie non condivise, salvo rimettere gli amori al loro posto prima del risveglio.

Da sottolineare il limite/pregio di un allestimento nato per il “chiuso” di un teatro trasportato all’aperto e in un parco, dove la scenografia naturale (alberi, cielo con luna quasi piena) e gli effetti sonori live (cicale, grilli, treni) si sovrappongono e rendono il tutto più vero della finzione.