Grandi applausi ieri sera per il concerto “Virtuosismi” al teatro Opera Carlo FeliceOpera Carlo Felice di Genova che a visto protagonisti il giovane pianista, Giacomo Menegardi, il direttore d’orchestra Wolfram Christ, leggendaria prima viola dei Berliner Philarmoniker, e l’orchestra del teatro.
Vincitore del premio Venezia 2023, Menegardi si è cimentato nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore di Chopin. Realizzato tra il 1829 e il 1830 a Varsavia e dedicato alla contessa Dalphine Potoka, costituisce uno dei pochi lavori orchestrali del compositore ed è costruito sul modello classico suddiviso in tre movimenti – Maestoso in forma sonata, Larghetto e Allegro vivace. La scrittura è espressiva dello stile “chopiniano” in cui l’orchestra – come un morbidissimo sfondo – mira ad amplificare ed esaltare la parte solistica in un dialogo preciso in cui è il pianoforte a predominare. Particolarmente interessanti sono le soluzioni strumentali addottate attraverso i tremoli degli strumenti ad arco nel “recitativo” della parte centrale del secondo movimento e la percussione “col legno” degli strumenti ad arco – prodotta percuotendo le corde col legno dell’archetto – nel finale. Menegardi ha offerto una lettura apprezzabile, in particolare del secondo movimento in cui sono emersi elegantemente il tono romantico, malinconico ed elegiaco che lo caratterizzano, ricevendo molti plausi dal pubblico e omaggiandolo a sua volta con una pagina solistica di Rachmaninov.
A seguire Wolfram Christ ha diretto la Nobilissima visione di Paul Hindemith. Nato come balletto in collaborazione col coreografo Léonide Massine messo in scena in una prima versione completa nel luglio del 1938 a Londra, fu eseguito il settembre succcessivo alla Fenice di Venezia in una versione alternativa e sintetica in forma di suite orchestrale. Ispirato a San Francesco, a seguito della profonda suggestione del compositore di fronte agli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce a Firenze, il balletto racconta in undici episodi la vita del Santo. Hindemith in quest’opera attinge a sonorità arcaiche, ricercando una polifonia tonale in una scrittura musicale diatonica e formale al fine di rendere una spiritualità serena e imperturbabile. L’orchestra, nonostante di ampio organico è trattata in forma rarefatta e assottigliata, con molti passi di assoli affidati ai fiati. Il volume orchestrale si ispessisce solo nella Passacaglia conclusiva, aperta da un solenne tema affidato a corni, trombe e tromboni. Per figurare il Cantico delle creature, il tema è seguito da venti variazioni in un’alternanza tra pieni e vuoti orchestrali fino alla conclusione monumentale. Benché non molto conosciuta, motivo forse di un pubblico non molto folto, Christ ha saputo esaltare Nobilissima visione con una direzione poderosa e precisa e grazie a un’orchestra solida e particolarmente espressiva nei passi di assolo, in particolare della sezione dei fiati.
Fragorosi e lunghi applausi finali!