Se Monteverdi e Dalla sono eseguiti nello stesso modo

L’equivoco stava nel titolo: “Da Monteverdi a Lucio Dalla” recitava il programma del concerto ospitato ieri sera al Carlo Felice nell’ambito della stagione della Giovine Orchestra Genovese, protagonista il “Fedra Ensemble” composto da Simona Severini (voce e chitarra), Daniele Richiedel (violino), Giulio Corini (contrabbasso), Peo Alfonsi (chitarra classica).

Parte del pubblico, entrando in teatro, ha probabilmente immaginato un “viaggio” anche affascinante fra stili ed epoche diverse, partendo da Orlando di Lasso e Monteverdi per arrivare attraverso Purcell a Lucio Dalla e Paul Simon. Una scommessa stimolante, certamente.

Una momento del concerto (Foto Silvia Aresca)

Niente di tutto questo.  Tutta la sezione più antica in realtà è stata proposta in una serie di ripetitive rielaborazioni jazzistiche realizzate dagli stessi componenti del gruppo, senza neanche mantenere almeno nell’avvio del pezzo un minimo di contatto con l’originale. Non come faceva Jacques Loussier che si divertiva (e divertiva il pubblico) a rileggere in chiave jazzistica Bach: prima lo suonava “alla Bach” e poi partiva con le elaborazioni.

All’epoca di Orlando di Lasso e della scuola fiamminga era in uso la “parodia” (poi tramandata ai posteri), una tecnica compositiva che consisteva nel prendere un materiale musicale (proprio o altrui) e inserirlo in una composizione del tutto nuova. Anche nel jazz, del resto, si prendono temi già noti e si rielaborano con soluzioni sempre nuove. La sfida allora come oggi sta nel dimostrare la versatilità improvvisativa e creativa di fronte a un materiale sonoro consolidato. Qui si è invece realizzata una brutta copia dell’originale, anche perché in un noioso appiattimento esecutivo Lasso, Monteverdi, Purcell finivano per mescolarsi con le composizioni dei componenti del gruppo (Corini, Severini e Richiedel). Una soluzione, va purtroppo sottolineato, anche antieducativa. C’erano come sempre molti studenti, in questo caso anche alquanto giovani, delle secondarie di primo grado. Per loro, dopo il concerto di ieri, Monteverdi, Severini, Mitchell e Simon sono la stessa cosa.

Applausi comunque calorosi alla fine da parte di una sezione del pubblico, mentre altri fuggivano senza aspettare bis.

(foto in homepage Silvia Aresca)