Al Sociale applausi per i “16032”

Tanta musica al Teatro Sociale per gli ultimi giorni del 2024 e per l’arrivo del nuovo anno.

Nei due ultimi week end il pubblico ha potuto scegliere fra i Lieder di Schubert (Leonardo De Lisi, tenore e Dario Bonuccelli),

la musica orchestrale di Bloch e Corelli (l’Orchestra Paganini diretta da Vittorio Marchese) e la produzione cameristica di Schumann (Nut piano Quartet).

E ieri pomeriggio il pubblico ha applaudito l’Ensemble 16032. Il nome deriva dal codice postale di Camogli: una scelta originale da parte dei sei strumentisti che vivono nella cittadina ligure. Si tratta di Kae Sugisaki, flauto, Federica Inzoli, oboe, Danilo Zauli, clarinetto, Elisa Bognetti, corno, Alessio Pisani, fagotto e Dario Bonuccelli, pianoforte.

Con loro, sul palcoscenico, c’era ieri anche la bravissima danzatrice giapponese Mami Kawabata.

Programma decisamente originale basato su due trascrizioni firmate dalla fagottista inglese Lisa Portus.

In apertura, dunque, i “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij. Il compositore russo scrisse l’opera in ricordo dell’amico pittore Hartmann, recentemente scomparso. E immagina di visitare una mostra di quadri dell’amico per cui ogni numero della partitura offre una fantasiosa descrizione di un quadro. L’originale, come è noto, è per pianoforte, ma la scrittura orchestrale del compositore russo ha favorito in passato molteplici trascrizioni orchestrali. La versione ascoltata per pianoforte e quintetto di fiati ha il pregio di dare risalto ai ricchi colori dell’opera originale restituendone appieno il carattere. L’esecuzione è risultata davvero godibile per l’affiatamento del gruppo, la ricchezza delle dinamiche, la perfetta intonazione di tutti fiati. E lodevole davvero la performance della danzatrice che pur avendo a disposizione uno spazio alquanto limitato sul palcoscenico ha inventato una coreografia coinvolgente perfettamente costruita sulla musica con una splendida corrispondenza suono-gesto e una attenta identificazione con i caratteri del quadro di volta in volta “ammirato”.

Seconda parte dedicata ad un altro russo, Cajkovskij con la suite dallo “Schiaccianoci”: anche qui una lettura efficace per eleganza, vena melodica, prestazione dei singoli e dell’insieme. E anche qui piacevole il contributo di Mami Kawabata che ha inventato una articolata gag: una ballerina, dunque, che si sveglia, si prepara, si trucca, fa colazione, mentre il quintetto esegue numero dopo numero la splendida partitura, si veste per essere infine pronta per il gran finale quel “Valzer dei fiori” che è fra i momenti più famosi della fortunata partitura e che vede l’artista volteggiare felicemente.

Applausi calorosi e meritati per tutti.