E la chiamano inaugurazione

Io ho sempre saputo che la parola “inaugurazione” riguarda un manufatto di qualsiasi origine che viene costruito dove non esisteva niente.

Si pensa che a metà luglio verrà aperto al traffico il ponte sul Polcevera che l’Architetto Piano ha regalato  alla città.

A mio avviso non è “inaugurazione” ma “ripristino” di qualcosa che c’era: il ponte Morandi, e che è tragicamente crollato il 14 agosto 2018 portandosi dietro 43 vittime innocenti, solo colpevoli di passare sul ponte in quel momento.

Non capisco cosa sia venuto in mente alle imprese costruttrici e alle nostre Istituzioni di parlare di cerimonia di inaugurazione con passerelle dei soliti noti, musiche e sbandieramenti.

Credo che si possa festeggiare il ritorno alla normalità, ma nel comune sentire del carattere dei genovesi sempre schivi nelle manifestazioni esteriori ma consepevoli dell’importanza del lavoro e della sensibilità umana.

Hanno deciso di far venire l’Orchestra di Santa Cecilia, sicuramente una delle migliori orchestre al mondo il cui concerto era già stato programmato il 24 maggio al Carlo Felice (e avevo già prenotato i posti); adesso, che senso ha sminuire la nostra Orchestra e il nostro Coro facendoli esibire in piazza De Ferrari il giorno prima per riservare l’onore ad una, seppur eccellente, orchestra “foresta”?

Il ripristino del ponte dovrebbe essere una cerimonia sentita, anche con una celebrazione ufficiale, ma non un pandemonio soprattutto in rispetto alle vittime dell’incuria.

E poi, si è sentito dire che la RAI , raramente si occupa di Genova, avrebbe in mente di fare trasmissioni di musica leggera nella stessa occasione! Con tutto il rispetto dovuto ai cantanti , cosa c’entrano con il ponte e cosa ci sta a fare Amadeus, magari con i lustrini?

Mi sembra che abbiano tutti perso il  buon senso per organizzare spettacoli inadeguati.

Io userei una sola parola: vergogna!