Sale Paganiniane, l’ampliamento high-tech e la valorizzazione del legame con la città

Chiuso per generare meraviglia. E’ ufficialmente partita la grande opera sulle sale paganiniane a Tursi che cambieranno completamente il modo di fruizione, ma anche il rapporto della città con il suo figlio illustre, genio del violino. Dagli anni Trenta del Novecento gli studi sulla vita e le opere di Paganini ricominciarono a moltiplicarsi, ma ne fu anche distorta o distrutta la memoria. Un esempio su tutti? La demolizione negli anni Settanta della casa natale di Paganini oppure  l’ostilità di certa critica preconcetta su un virtuosismo eclatante e plateale, un’eterna sfida all’impossibile. Oggi, non potendo recuperare il distrutto e non essendoci necessità di riaffermare la faziosità di alcune convinzioni, si opera sul recupero di una memoria filologica e imparziale oltre che sul riallestimento dei suoi gioielli da tempo restituiti alla città: strumenti, statue, oggetti e cimeli, dipinti, manoscritti e pentagrammi.

E’ stato fin da subito un progetto portato avanti dall’ assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso, che ha ufficializzato il suo desiderio alla stampa per il taglio del nastro nell’ottobre 2020 con il sindaco Marco Bucci del neonato Centro Studi Paganini in via Garibaldi che il Comune ha realizzato in collaborazione con l’associazione Amici di Paganini attiva ormai da decenni nella creazione di una rete paganiniana (tutte le informazioni al link https://www.centropaganini.it/).  L’ampliamento e il restyling delle sale dedicate a Niccolò Paganini vede il contributo di Fondazione Carige con uno stanziamento di 45 mila euro, e si esplicita in un nuovo sistema di luci a led, contenuti multimediali, audio ad alta fedeltà e app inclusive, che rendono il percorso adatto anche agli ipovedenti e non vedenti.

Alta tecnologia e storia della città si intrecciano a partire dal simbolo tra i simboli: Il “Cannone”, il Guarneri del Gesù lasciato a Genova in eredità e per testamento “onde sia perpetuamente conservato”(datato 1743, firmato con il simbolo della croce), che ha accompagnato la straordinaria carriera di Paganini con caratteristiche uniche, una “voce” straordinaria per potenza e forza espressiva. E’ preziosissimo, non solo per fattura, ma per il mito che porta con sé. Un altro esemplare importante è quello del 1834, a firma del liutaio francese Jean Baptiste Vuillame. Paganini gli si era rivolto per una riparazione del Guarneri, ma Vuillame si cimentò nella copia esatta che diede quindi al Maestro. Paganini lo cedette poi al suo allievo Camillo Sivori (1815-1894) e gli eredi lo donarono infine alla Città di Genova. Suonare il Cannone è il desiderio di ogni star del violino, riservato di diritto (oltre al premio in denaro e alle esibizioni in diversi eventi musicali) ai vincitori del Premio Paganini, in essere dal 1954, di cui ricordiamo ad esempio i vincitori Salvatore Accardo (1958) e Giovanni Angeleri (1997). Agli esemplari esposti potrebbe essere aggiunta documentazione pertinente, ancora mai esposta a Tursi.

La musica poi non sarà solo evocata, ma proposta nelle sale, mentre la vita di Paganini sarà ricordata con una timeline, proiezioni e interfaccia touch. Tra le peculiarità di Paganini testimoniante anche da Guhr e riprese da Prefumo nella sua ultima opera ricordiamo: “la maniera di accordare il suo strumento, un maneggio d’arco tutto suo, la mescolanza e l’unione dei suoni prodotti con l’arco unitamente al pizzicato della mano sinistra, l’uso frequente dei suoni armonici (doppi o semplici), l’esecuzione sulla quarta e gli incredibili passaggi di forza”. Paganini la leggenda, Paganini il brand, diremmo in epoca 4.0.

“Intendiamo valorizzare -spiega l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso- quello che Paganini rappresenta per  Genova e all’estero con l’obiettivo di creare un brand di promozione culturale e turistica che identifichi questo immenso musicista  con la nostra città. E’ anche un segnale: non ci fermiamo, continuiamo a lavorare per offrire di più sia ai genovesi sia ai turisti che visiteranno la nostra città”.

Scopri di più sui Musei di Genova e Palazzo Tursi al sito  www.museidigenova.it e su visitgenoa.it