The Show Must Go On – Trent’anni senza la Regina

Quando sarò morto, voglio essere ricordato come un musicista capace e valido.

La mattina del 25 novembre 1991 il mondo della musica si svegliò un po’ più vuoto. Aveva infatti perso, la sera prima, una delle sue stelle più luminose.

Freddie Mercury, leader dei Queen, si era infatti spento nella sua casa, stroncato da una polmonite causata dall’Aids.

Se ne andava, dunque, un artista a tutto tondo, capace di attraversare, con il proprio gruppo, due decenni rinnovandosi continuamente, eppure senza mai perdere la propria identità.

Un musicista di straordinario talento, che, come un vero pioniere nella storia del rock, ha saputo unire due universi musicali apparentemente inconciliabili: il rock e la musica colta.

Significativo l’album A Night At The Opera del 1975, dal titolo ispirato ad un film dei fratelli Marx, in cui troneggia la celeberrima Bohemian Rhapsody. Un tripudio di cori operistici e assoli di chitarra elettrica, nonché primo vero e proprio videoclip della storia, a partire da una famosa immagine della band scattata dal fotografo Mick Rock (ahimé scomparso pochi giorni fa), ispirata ad una foto di Marlene Dietrich.

E ancora si ricorda la citazione di Pagliacci nel brano It’s A Hard Life, o la sua collaborazione con il Royal Ballet nel 1979, per la quale si sottopose ad estenuanti prove con il corpo di ballo.

Freddie Mercury con Montserrat Caballé

 

Ma l’apice di questa sua operazione di contaminazione musicale è certamente rappresentata dall’incontro con il soprano Montserrat Caballé.

Mercury la vide cantare in Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi nel 1983 a Covent Garden (in coppia con Luciano Pavarotti) e se ne innamorò al primo ascolto. Decise dunque di realizzare un intero album con lei. Operazione azzardata e rischiosa. Dal loro incontro nacque, oltre ad una lunga amicizia, un disco destinato a rimanere un unicum nella storia della musica, Barcelona (1988), un viaggio fra lirica, scorci orientali, gospel e pop. Fra tutte spicca la title-track, grandiosa e pirotecnica canzone dedicata alla città natale della cantante, che verrà scelta come inno per le Olimpiadi spagnole del 1992.

La Caballet definì questo incontro come “una finestra spalancata sul mondo”, modello per altre analoghe operazioni che tuttavia appaiono come pallide imitazioni senza spessore.

A ricordarlo dopo la sua morte, il 20 aprile 1992 in un grande concerto al Wembley Stadium di Londra, Elton John, Robert Plant dei Led Zeppelin, Guns N’ Roses, David Bowie, Annie Lennox, George Michael, Liza Minnelli e molti altri grandi artisti. A testimonianza di come la musica, se sa entrare nell’animo, possa davvero essere veicolo verso l’immortalità.

Nel 2018 il film Bohemian Rhapsody, diretto da Bryan Singer e interpretato dall’attore Rami Malek è stato un successo planetario indiscusso, con quattro Premi Oscar, tra cui quello come miglior attore protagonista.

A trent’anni dalla scomparsa del cantante, dunque, la sua stella ancora non è tramontata.

Gli artisti passano su questa Terra e ci lasciano con la propria opera frammenti di infinito che ci attraversano e, in qualche modo, rendono migliore anche il nostro passaggio.

La musica, quella bella, resta.

Per cui, caro Freddie, non preoccuparti. Lo spettacolo sta andando avanti.

 

We still love you

 

A l link seguente un omaggio a Freddie Mercury da parte del Quartetto Ianua

https://www.youtube.com/watch?v=TjbIELS5Yio