Gruppo Stranità, riconoscersi fuori dagli stereotipi per diventare “Supereroi Smascherati”

“Supereroi Smascherati” è il titolo del nuovo emozionante spettacolo del Gruppo Stranità. Successo di critica e di pubblico, sold out e standing ovation con lunghissimi applausi per la prima al Teatro della Tosse nella serata di oggi, con secondo appuntamento giovedì 31 marzo 2022.

Come è noto “Stranità” è il nome del laboratorio di teatro sociale che il Teatro dell’Ortica conduce  in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL3 genovese. Il gruppo coinvolge pazienti psichiatrici, attori e operatori socio-sanitari e volontari.

Filo conduttore dell’elaborazione teatrale di ricerca il concetto di supereroe, inteso in senso postmoderno, come superamento di ogni barriera.

La stessa rappresentazione, la messa in scena, ha un prezioso valore: quello di fare del Teatro il polmone della società, strumento vivo che respira e restituisce, mezzo di contrasto all’emarginazione sociale e alla povertà educativa, con il coinvolgimento culturale della cittadinanza. Empatia, fare rete, orizzontalità delle decisioni, condivisione contrapposte alla struttura piramidale della società, all’edonismo, all’apparire sempre e comunque, al prevaricare l’altro per ritagliarsi un’inutile promozione.

Supereroi Smascherati alla Tosse anche il 31 marzo alle 20.30

 

Tra le anime del progetto spicca la regista Anna Solaro, educatrice professionale e attrice della compagnia del Teatro dell’Ortica, che ha iniziato questa esperienza con un gruppo di dieci pazienti nel 1997 e che ha saputo mantenerla nel lockdown, anche con telefonate e messaggi vocali fiume, come ironizza sul finale acclamata dal pubblico. Perché in sala ci si è divertiti e molto, pur nello scherno amaro della società di oggi, tra inviati stampa mal pagati, quote rosa, erbe miracolose, pandemie, veleni, smartphone che tutto riprendono, numeri del lotto fantomatici e atti maldestri di buonismo a casaccio.  Alla perenne ricerca di una guida, di un eroe, di una meta per trovare forza.

Come si legge sul sito del Teatro dell’Ortica “L’uso del mezzo teatrale consente di riappropriarsi di energie e risorse sopite, comunicando e ricomunicando con il corpo, con la respirazione che traccia nuovi binari per l’uscita della propria voce e della voce di chi ci sta accanto e con lo stimolo di percepire, piano piano, il benessere di queste nuove potenzialità”. Occorre fare attenzione, toccare le fragilità, quelle più sottili del vetro, per capire cosa c’è davvero nel buio e portarne un lume. Del resto, è quando siamo vulnerabili che iniziamo a porci in ascolto e fermarci a ragionare.

Ecco così, piano piano, affiorare l’alternanza dei registri, dei toni alti e bassi, della fisicità sul palco e dell’essere nel qui e ora o, al contrario, del cullarsi una dimensione sospesa e cerebrale, trovando tuttavia un fil rouge nell’osservazione del gruppo. Il fare teatro diventa pertanto luogo di integrazione, di scambio, di mutuo aiuto e di affermazione dell’identità oltre che di riflessione acuta e non scontata sui nodi conflittuali irrisolti. E’ la narrazione del corpo, anche col fiato corto, con tutte le sue abbaglianti vertigini. Piena di musica, persino quella del mito sexy Beyoncé.  Ed è così vera! Anche l’aggressività e l’indisponibilità vengono portate in scena, non c’è nessuna volontà di edulcorare, semmai quella di colorare il palco di sensazioni ed immergere lo spettatore nella straordinaria complessità dell’essere umano. Più che uno spettacolo una esperienza totalizzante che scava dentro, che cambia. Di cui abbiamo tutti un infinito bisogno.

Tra le autorità alla prima l’assessore del Comune di Genova Laura Gaggero

 

Certo lascia (o meglio apre su) diversi interrogativi. Ma chi sono, realmente, i supereroi? La proiezione dei nostri sogni? La personificazione delle nostre speranze? Oppure bizzarre sintomatologie? Semplici allucinazioni? E, soprattutto, cosa c’è realmente dietro la maschera che nasconde la loro identità? Forse non esiste sovraumano senza umano, e proprio la vulnerabilità è estrema ricchezza, viatico verso una felicità che si può trovare. Anche oggi.