Musica ed impegno civile 2

Prosegue l’analisi delle partiture più significative incentrate su un forte impegno civile. In questo secondo “capitolo” è presa in esame la Sinfonia n. 13 op. 113 Baby Yar di Dmitri Shostakovich, articolata come segue:

  1. Babi Yar (Adagio)
  2. Humour (Allegretto)
  3. Nella bottega (Adagio)
  4. Paure (Largo)
  5. Una carriera (Allegretto)

Organico: basso, coro misto, ottavino, 2 flauti, 3 oboi (3 anche corno inglese), 3 clarinetti (2 anche clarinetto piccolo, 3 anche clarinetto basso), 3 fagotti (3 anche controfagotto), 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, nacchere, woodblock, tamburello, tamburo militare, frusta, grancassa, piatti, campane, tam-tam, glockenspiel, xilofono, 2 o 4 arpe, celesta, pianoforte, archi
Composizione: Mosca, 20 Luglio 1962
Prima esecuzione: Mosca, Sala grande del Conservatorio, 18 Dicembre 1962

 La Sinfonia n. 13 op. 113 Baby Yar, scritta fra il settembre del 1961 e il 20 luglio del 1962, segna l’incontro della musica di Shostakovich con la poesia di Evgenij Evtusenko; ciascuno dei cinque movimenti è infatti basato su un testo del poeta russo: il primo “Baby Yar”, che ricorda l’eccidio di duecentomila ebrei commesso dai nazisti presso Kiev, durante la seconda guerra mondiale, è anche quello che da il titolo all’opera. Per questa composizione Shostakovich fece ritorno, a più di trent’anni di distanza dalla Terza Sinfonia, alla voce umana, impiegando un basso solista e un coro maschile.

Baby Yar è una località vicina a Kiev dove a fine settembre del 1941 quasi trentaquattromila ebrei furono fucilati dai tedeschi con l’aiuto dei collaborazionisti ucraini ed il tacito consenso di Stalin. Baby Yar è una gola dove l’esecuzione di massa risultava particolarmente facile; i cadaveri cadevano automaticamente nel fossato naturale ed una nuova riga di vittime era pronta per essere sterminata barbaramente. A distanza di vent’anni da quel maledetto episodio, Shostakovich sente il bisogno di ripercorrere quei misfatti criminali contro l’umanità. E propriamente all’eccidio di Baby Yar si ispira il primo movimento. Una cupa melodia apre la sinfonia, lasciando dopo poche battute spazio al solenne coro maschile: “A Baby Yar non c’è pietra tombale…………” . L’adagio evoca i sentimenti del poeta narrante: “Ecco sono il ragazzo di Byelostok, sento di essere Dreyfus…. Sono come Anna Frank…..”. Un’idea melodica più veloce e palesemente sinistra funge da secondo tema. Basso solista e coro si alternano in un dialogo dolente e senza speranza. Secondo i dettami della forma sonata ritorna il tema dell’adagio. La conclusione del movimento prevede un momento di eroica fierezza: “ Che l’Internazionale risuoni fino al giorno in cui l’ultimo antisemita verrà sepolto….Nelle mie vene non c’è sangue ebreo, ma sono odiato  da tutti gli antisemiti come fossi ebreo: ed è perciò che sono un vero russo!”

Pagina di straordinaria intensità e di sublime fattezza, il primo movimento è autentico capolavoro musicale e poetico. Impossibile non ravvisare le atmosfere più che cupe dei Canti e danze della morte di Musorgskij, che Shostakovich aveva orchestrato pochi anni prima.

Il secondo movimento, Humour (Allegretto) (“I re, gli zar, gli imperatori volevano uccidere l’umorismo, ma l’umorismo si è preso gioco di loro”), è un sardonico Allegro condotto su temi di marcia volutamente sguaiati e grotteschi; un inno beffardo all’indefettibilità dell’umorismo a dispetto di ogni censura, compresa quella sovietica che per due volte aveva colpito il compositore .

Seguono due foschi  adagi. Nel primo “Nella bottega”, sono tessute musicalmente e poeticamente le lodi della donna sovietica e della sua pazienza nell’affrontare quotidianamente lunghe code davanti ai negozi. “Guai a chi le froda sul peso” “Guai a chi non le rispetta”. Il quarto movimento si apre su un tappeto di suoni in pianissimo di violoncelli e contrabbassi su cui si innesta un raggelante intervento della tuba; “Paure” è il titolo e l’angosciata atmosfera evocata è quella delle molteplici paure date non solo dalla guerra ma anche dai regimi dittatoriali: paura di delazioni anonime, di denunce e di arresti, di censure per accuse di formalismo. L’autore aveva visto morire e/o finire in prigione molti suoi amici per questo: dal generale Tucacevskij al regista Vsevolod Meierhold per citare i più noti. Paure è forse la pagina più desolata di questa immensa sinfonia; il quinto movimento riporta un po’ di luce: i legni disegnano una linea melodica che caratterizza tutto il finale, assumendo a volte la forma di un fugato. 

“Una carriera” (questo è il titolo del quinto movimento)  è invece un omaggio affettuoso e comprensivo a quanti Shostakovich compreso,  hanno mantenuto fede alle proprie opinioni ma anche a chi, come Galileo, le ha ritrattate. 

I rintocchi della celesta chiudono la sinfonia, così come nella quarta, in maniera enigmatica. Baby Yar è lavoro immenso per il suo linguaggio scabro, raffinato, penetrante e per la stupefacente tecnica compositiva, come sempre in Shostakovich. Siamo lontanissimi dalla musica a programma; si tratta di un’evocazione musicale che amplifica e rende ancor più forti i sentimenti che la animano siano essi tra i più turpi o tra i più nobili. La prima esecuzione della Sinfonia n. 13 avvenne nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca il 18 dicembre 1962 ad opera del basso Vitaly Gromadskij, dei bassi del Coro di Stato Repubblicano, del Coro dell’Istituto Gnessin e dell’Orchestra Filarmonica di Mosca, sotto la direzione di Kiril Kondrashin. Personalmente conservo un ricordo che mai si spegnerà di questa sinfonia: alla fine degli anni novanta il basso Sergej Alexashkin, il direttore Gennadij Rozdestvenskij e la magnifica orchestra del Concertgebouw di Amsterdam con il Netherland’s choir ne diedero un’esecuzione tesa, analitica, intensissima. Ricordo l’accoglienza di Rozdestvenskij prima del concerto: “Do you stay at the concert Lorenzo ?” e dopo il concerto “What about the performance?” “I could die after this concert: Everytihing was so perfect!!!” E il buon Gennadij Nikolaievich si lasciò scappare un “Spasyba bolshoi. You found the write words”!!!

Musica che rivela l’uomo all’uomo. E che andrebbe eseguita più spesso. Quale migliore programma per un concerto nel giorno della memoria??