Sinfonia Leningrado, storia di un piccolo, eroico gesto

Sarah Quigley, scrittrice australiana, è l’autrice del romanzo “Sinfonia Leningrado” del quale consigliamo vivamente la lettura.

Un magnifico romanzo che narra di un piccolo eroico gesto – il gesto di un solitario. timido direttore d’orchestra, che con l’aiuto di un violinista e di un gruppo di musicisti straziati dalla fame e dal freddo, riesce ad eseguire una sinfonia che ha avuto un’importanza enorme nella vittoriosa resistenza contro la barbarie nazista – Sinfonia Leningrado mostra come l’arte “possa avere un impatto enorme sugli eventi” (“Sunday Star Times”).

“Tra qualche tempo ultimerò la mia Settima sinfonia. Sto lavorando in fretta e con facilità. Il mio pensiero è chiaro e creativo. La mia opera si avvicina alla conclusione. E allora di nuovo prenderò la parola nell’etere con la mia composizione e con grande agitazione attenderò il giudizio severo e amichevole sul mio lavoro. Vi assicuro, a nome di tutti i leningradesi, operatori della cultura e dell’arte, che siamo invincibili e che resteremo sempre al nostro posto di lotta.”

Questo discorso fu pronunciato da Dmitri Shostakovich alla radio di Leningrado il 16 Settembre 1941. Il 5 marzo 1942, a Kuibyshev negli Urali dove i maggiori artisti erano stati messi al riparo dalle autorità sovietiche, l’orchestra del Teatro Bolsoj, diretta da Samuil Samosud eseguiva la Settima Sinfonia.

Il 9 agosto 1942 la stessa sinfonia veniva eseguita nella città a cui è dedicata, ridotta ad un cumulo di macerie e cadaveri. In quell’occasione fu l’orchestra della radio ad eseguirla con la direzione di Karl Eliasberg.

Il primo oboe dell’orchestra, la signora Ksenia Matus ricorda che stentava a riconoscere i suoi colleghi. In un’intervista contenuta nel documentario Shostakovich contro Stalin, la Matus ricorda anche la prima prova: “Ho preso lo strumento e mi sono accorta che anche lui aveva la distrofia: I tasti e le valvole erano diventati verdi, non potevo suonare. Quando arrivai nell’atrio della Filarmonica mi spaventai! Tutti i colleghi che conoscevo erano scheletrici, coperti di fuliggine e sporchi, affamati e vestiti in modo disastroso. Ma erano lì. Eliasberg salì sul podio, le sue braccia tremavano e io me lo immaginavo come un uccello ferito con le ali spezzate che non riesce a volare. Ma non cadde come pensavamo. Eravamo contenti di essere lì a suonare la nostra sinfonia, eravamo sopravissuti per questo! La musica era tutto, non ci importava nè della paga nè della fame. Quel giorno era la nostra festa”.

La scrittrice australiana Sarah Quigley nel suo romanzo ripercorre la genesi e la stesura della sinfonia, il clima che regnava in città e la storia di quella prima leningradese. I personaggi sono quasi tutti veri, solo alcuni sono creati per il libro. Oltre a Shostakovic, debitamente rappresentato, il vero protagonista è proprio Karl Eliasberg, noto a pochi solo per quella esecuzione e morto negli anni Settanta, senza aver mai raggiunto una fama solida come i suoi colleghi Mravinskij, Gauk e Kondrashin.

Un libro ricco di musica, storia e vicende umane.