Alvise Casellati e la potenza della musica dal Festival di Nervi all’Estate Sforzesca

Occhi puntati per la chiusura del Festival Internazionale del Balletto e della Musica di Nervi, domenica 2 agosto con “Werther” di Gaetano Pugnani in prima assoluta alle 21:15 (prevendite cliccando qui), una nuova produzione della Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione col Teatro Nazionale di Genova su misura per la kermesse con il noto direttore d’orchestra Alvise Casellati. Si tratta di uno dei primi melologhi composti tra il 1791 e il 1792 da Pugnani, compositore torinese della fine del Settecento, il primo a mettere in musica il lavoro di Goethe “I dolori del giovane Werther”, mentre cento anni più tardi diventava celebre la versione di Massenet. E’ stato ritrovato nel 1940 e non è di facile esecuzione.

“Il lavoro certamente è complesso  -spiega Alvise Casellati- ed è interessante poterlo portare al Festival di Nervi. Pugnani è noto ai violinisti, ma non al largo pubblico. La datazione, del 1791-1792 si colloca tra la morte di Mozart e la nascita di Rossini ed è da sottolineare, per capirne lo stile, che Pugnani conobbe Mozart al suo secondo viaggio in Italia, come testimonia anche un dipinto con Mozart al clavicembalo e Pugnani al violino. Non è documentato se Pugnani avesse ascoltato Le Nozze di Figaro di Mozart, ma è chiaro l’omaggio in particolare nel tema dell’Andantino o negli stilemi che richiamano il Flauto Magico. Se mi chiedete altri echi sicuramente Vivaldi e in alcune parti l’anticipazione della musica descrittiva della natura, che prelude alla successiva Pastorale di Beethoven”.

Per la formazione aggiunge: “E’ da piccola orchestra, la voce recitante (Graziano Piazza) in italiano si svolge sia sul silenzio sia, in simbiosi e sinergia, con la musica. Anzi, la musica è proprio narrativa. Ricordiamo almeno l’influenza del teatro di prosa francese su quello italiano”. Il profilo storico sconfina, forse, in leggenda. “Pare che Pugnani avesse diretto la sua composizione a Torino -dice Casellati- per gli aristocratici con un certo successo. Alla fine dell’opera, per il suicidio del giovane che realizzava l’impossibilità del suo amore, pare che avesse fatto partire un colpo di pistola nella stanza accanto spaventando una parte del pubblico”. Questo gesto di disperazione avviene in un contesto musicale spaesante. “La musica si conclude con un Allegro Assai -precisa il direttore d’orchestra- che non ha particolari elementi di tragicità e che io ho letto come un sollievo all’ossessione amorosa”.

Tanti gli eventi firmati Alvise Casellati e degni di menzione:  tra i progetti più vicini temporalmente alla prima del Werther  il debutto del 13 agosto alle 21:30  all’Arena di Verona con un programma dedicato al Barocco veneto, anche in questo caso al Settecento, dove coinvolgerà un primo violino affermato e talentuosissimo di soli 22 anni, Giovanni Andrea Zanon. In programma Il Trillo del Diavolo di Tartini , Le Quattro Stagioni di Vivaldi, l’Adagio di Albinoni e l’Ouverture de Il mondo alla rovescia di Salieri. “E’ la prima volta che il Barocco entra da protagonista all’Arena di Verona in un vero e proprio concerto sinfonico con l’ampiezza degli spazi che va a contrapporsi col programma nato per dimensioni ben più intime”, ammette Casellati.

C’è spazio per la visionarietà di Alvise Casellati e per il suo orientamento verso i giovani e verso “gli altri”, che ne ha costellato la carriera: è il progetto  cui sta lavorando dal debutto a Central Park nel luglio 2017 denominato “Opera Italiana”. L’intento è quello di donare alla comunità la possibilità di sperimentare e ascoltare gratuitamente, in uno splendido spazio all’aperto, la magia dell’opera (informazioni al sito www.operaitalianaisintheair.com). “ Le persone di tutte le età e culture che non hanno familiarità con quest’arte e che si trovano intimidite potranno conoscerla ed innamorarsene, come spesso accade. Settant’anni fa l’opera era la musica popolare per definizione, la classica è il meglio del passato ed è classica perché non passa mai di moda incarnando i sentimenti umani per eccellenza. La genialità è proprio quella di arrivare al cuore delle persone in modo molto diretto, semplice: appagano sia il musicista sofisticato sia l’audience in generale. Ci sono momenti di intrattenimento, educativi, di riflessione sociale”.

Opera Italiana is in the Air realizzerà un evento gratuito  a breve con la collaborazione del Comune di Milano nell’ambito di “2020 Estate Sforzesca”. L’appuntamento è il 2 settembre alle 21 nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano (informazioni qui) con il baritono Leo Nucci, giovani orchestrali e star della lirica sulle arie dalla trilogia verdiana ad organico ridotto, quindi con trascrizioni (Il Rigoletto/Il Trovatore/La Traviata).

Una consapevolezza e un impegno di responsabilità sociale che ha radici lontane nel tempo . “Mi ricordo quando ero studente in Conservatorio: pensavo a chi non aveva accesso alla musica, a quanta bellezza andasse sprecata. Occasioni come quella di Milano servono per affezionare un nuovo pubblico e per dare la possibilità di avvicinarvisi a chi non si può permettere il costo del biglietto. E’ una necessità, una responsabilità che abbiamo come musicisti”.

Il lavoro è grande, si parte da Milano, tra le città che hanno maggiormente risentito del Covid-19, ma l’anno scorso Casellati si era focalizzato su Napoli e quest’anno avrebbe dovuto lavorare negli USA se non ci fosse stato il lockdown. “Stiamo preparando lezioni-concerto dove giovani ventenni raccontano la musica agli anziani, i più colpiti dal coronavirus o dall’isolamento forzato. Il momento clou sarà dicembre o gennaio ed è merito della collaborazione con un’associazione formata da giovani tra diversi cantanti e un pianista. Ci piacerebbe incrementare l’attività non solo agli anziani, ma agli orfani, ai giovani bambini immigrati”. Ancora una volta la musica è il futuro: da qui occorre ripartire.