Un Coordinamento per 19 imprese teatrali liguri

Diciannove imprese teatrali operanti in Liguria si sono consociate dando origine a un “Coordinamento” che costituisce per fatturato e rilievo organizzativo il terzo soggetto teatrale della Liguria dopo il Carlo Felice e il Teatro Nazionale.

Le 19 Imprese aderenti sono: Teatro Pubblico Ligure (Genova), Gli Scarti (La Spezia), Kronoteatro (Albenga),Teatro Akropolis (Genova), Teatro Necessario (Genova), Suq Festival e Teatro (Genova), Nidodiragno (Sanremo), Teatro dell’Ortica (Genova), Teatro di StradaNuova (Genova), Sipario Strappato (Arenzano), Cattivi Maestri/Officine Solimano (Savona), Lo Spazio Vuoto (Imperia), Lunaria Teatro (Genova), Sarabanda/Circumnavigando (Genova), Teatro del Piccione (Genova), Scena Madre (Lavagna), Teatro Garage (Genova), Teatro Ipotesi (Genova), Compagnia Salamander (Savona).

“Il nostro gruppo – sostiene Sergio Maifredi – nel 2019 ha avuto un volume di affari di 3.637.026,00 euro, di cui 2.068.240,00 derivano da fatturato, 221.000 euro dal Mibact,  116.000 da Regione Liguria,270.000 da Comuni liguri e italiani, 586.000 da Fondazioni bancarie e privati. Quindi siamo un soggetto imprenditorialmente forte e sano che vive di proprio fatturato, assolvendo ad una missione pubblica, accanto ai Comuni Liguri. Il Coordinamento dà lavoro a 400 persone e ha sviluppato, nel 2019, 624 recite di spettacolo”.

Obbiettivo centrale del Coordinamento è ottenere il riconoscimento istituzionale delle imprese rappresentate con una legge regionale dedicata, sul modello di quelle presenti e attive in quasi tutte le Regioni italiane. Va tra l’altro rilevato che il 2020, a causa della obbligata chiusura dei teatri, ha registrato una perdita di fatturato fra il 40 e il 70% .

“Il coordinamento – dicono i portavoce Andrea Cerri, Sergio Maifredi e Maurizio Sguotti, – rappresenta indubbiamente una storica novità per il nostro settore che intende costruire un nuovo sistema dello spettacolo dal vivo in Liguria, all’insegna dell’innovazione e della qualità, di una nuova collaborazione tra “piccoli” e grandi enti culturali e tra centro e periferie.”