Leo Lagorio Project: due canzoni per il nuovo anno

In occasione della pubblicazione  del suo ultimo cd, abbiamo incontrato il sassofonista imperiese Leo Lagorio, da anni punto di riferimento del jazz e della popular music nel ponente ligure.

Lagorio vanta un curriculum quanto mai ricco e variegato di esperienze musicali: dalle prime collaborazioni negli anni sessanta – neppur ventenne – con gruppi progressive tra cui Il Sistema e Museo Rosenbach e con strumentisti genovesi della scuderia dei New Trolls, alle prime  performance jazz negli anni settanta con musicisti quali Rosario e Giuseppe Bonaccorso, Roberto Paglieri e Riccardo Bianchi, alla cofondazione con Emilio Lepre della Jazz Ambassador Big Band di cui è direttore dal 1982.Tra le diverse incisioni discografiche ricordiamo in particolare due album: Coffee Break, realizzato nel ‘99 dalla Jazz Ambassador con composizioni originali dello stesso artista imperiese ed arrangiamenti di Victor Burgardt e Dusko Gojcovich, opera premiata dalla SIAE nel contesto della  rassegna Bordighera Jazz & Blues; e Saxodrome, in cui Lagorio è uno dei Five Brothers SuperSax, formazione diretta dal sassofonista genovese Claudio Capurro.

L’ultimo lavoro (inciso per la USR Ultrasoundrecords presso gli studi Voice Art Academy di Cuneo e Ithil World di Imperia) dal titolo Leo Lagorio Project, contiene due soli brani, entrambi composti dal sassofonista: A song for me (con testo realizzato in collaborazione con Alessandro Rossini), cantato da Lagorio stesso, e  In the dark of this time, strumentale. Gli arrangiamenti sono stati curati da Massimo Celsi e Leo Lagorio.

Come è nato Lagorio Project?

Nel mio cd ho voluto ritornare sui miei passi, alle mie origini più pop che jazz, gli anni ’70/’80: la cosa mi ha molto emozionato ed ispirato. In quasi cinquant’ anni di attività ho masticato tanta musica…di tutti i generi, dalla classica, alla leggera, al pop, al rock, al jazz. Per questo credo di potermi definire un “artista progressivo”, influenzato anche dalla musica folk e, perchè no, dal canto gregoriano che per me resta sempre un punto fermo di come una linea melodica possa racchiudere in sé omnia.

Nel testo di A song for me ci sono vari riferimenti al mio itinerario artistico, alla mia vita musicale, alle diverse entusiasmanti occasioni che ho avuto di affiancare musicisti di grande calibro…

Per esempio?

Per esempio l’incontro con Lucio Dalla a Torino nel teatro della Rai: durante le pause nel corso delle prove ci scatenammo in una infuocata Jam session… c’erano anche i New Trolls!  Un altro bel ricordo è quello della collaborazione con Antonello Venditti al quale feci da spalla ad una Festa dell’Unità del 1975: anche lui persona gradevolissima che ricambiò la mia gratitudine e stima con uno scritto davvero sentito e sincero.

Altre occasioni, purtroppo “mancate” per un soffio, sono state l’esclusione dal Festival di Sanremo nel 1975 con un brano poi riapparso dopo molti anni sul mercato giapponese, la partecipazione al Festival di San Marino con un brano registrato a Baton Rouge per la voce di un talentuoso e giovanissimo cantante americano, Martin Spider, a quel tempo allievo della scuola per giovani talenti di Andrea Bocelli.

Pure lo strumentale In the dark of this time è un bel brano, anche grazie agli interventi solistici di Lagorio stesso al sax soprano, Peo Gandini alla chitarra elettrica e Massimo Celsi alle tastiere.  A song for me vuol essere dunque una sintesi autobiografica. Ma si spera non voglia rappresentare una conclusione e ci siano altri progetti  per il futuro…

 Certo, la musica non può mancare dalla mia vita. Recentemente la cantante nero-americana Sandy Patton ha impreziosito due mie composizioni con i suoi versi, But not for you e Seasons. Inoltre attualmente  è in corso la realizzazione di un progetto di contaminazione stilistica fra Classico e Jazz-Pop del brano Tribal Dance (Lagorio-Scarsi-Lagorio-Capurro)  con un testo in latino armonizzato per coro ed arrangiato per big band.

Infine recentemente, soprattutto durante il periodo di confinamento dovuto alle restrizioni anti Covid, mi sono dedicato anche ad una composizione per una piece teatrale dal titolo Fabula mundi. L’opera è in fase di costruzione sia per la parte drammaturgica, sia per la sua definitiva struttura orchestrale.