Premio Paganini: si riparte da uno straordinario Gibboni

Premio Paganini, ieri, oggi, domani. Il prestigioso concorso violinistico dedicato al grande artista Genovese è al centro di un ambizioso progetto di rilancio da parte del Comune. Sia chiaro. Il Premio, sia chiaro, gode ottima salute, la sua struttura musicale è collaudata da decenni e funziona perfettamente, caso mai è la struttura organizzativa che necessiterebbe di qualche correttivo, non tanto per carenze del personale del Comune che finora se ne è occupato quanto per una collocazione strategica del Concorso stesso nell’ambito delle priorità del Comune.

 

Standing ovation per Gibboni

Capita anche nello sport. Quando c’è un grande campione che ottiene risultati straordinari, la passione per quel determinato ambito sportivo si riaccende e contagia un pubblico più ampio. Pensiamo al momento d’oro del tennis, o alla pallavolo, o alla pallanuoto con l’intramontabile Pro Recco.

Nei concorsi musicali è la stessa cosa. Lo scorso anno il Premio Paganini è andato a Giuseppe Gibboni e non accadeva dal 1997 che vincesse un italiano (allora era stato Giovanni Angeleri). Il successo strepitoso di questo giovanissimo talento ha riacceso i riflettori sul Premio Paganini.

E del resto che di talento vero si tratta se ne è avuta conferma ieri sera al Carlo Felice che ha ospitato appunto Gibboni per la prima volta con il Cannone fra le braccia. Il concerto era previsto come serata inaugurale del Paganini Genova Festival, in collaborazione appunto con il Teatro. Lo slittamento del Festival in primavera, non ha per fortuna compromesso questo appuntamento, assolutamente da non perdere.

Il programma, affidato alla solida bacchetta di Donato Renzetti, prevedeva il Concerto n.1 di Paganini per violino e orchestra e la Sinfonia n.2 di Rachmaninov, quest’ultima restituita con profonda intelligenza espressiva dal direttore.

Gibboni e Donato Renzetti durante il concerto di ieri sera

 

Gibboni riesce a stupire ad ogni sua esecuzione. Tecnica solida, una intonazione inappuntabile anche su uno strumento poco conosciuto come poteva essere per lui il Cannone imbracciato avantieri per la prima volta, il giovane artista non ha “solo” doti di grande virtuoso: ha anche una intelligenza interpretativa di prim’ordine, una cantabilità piena e capace di molteplici sfumature dinamiche.

Non si deve dimenticare che il Genovese è stato figlio del suo tempo, e che il violino canta nelle sue pagine come una diva rossiniana nel teatro coevo. Ecco dunque un lirismo pieno che Gibboni ha saputo restituire con gusto, sostenendolo con il necessario bagaglio virtuosistico che la scrittura paganiniana pretende. Insomma, è fin troppo facile pronosticare per Gibboni, salutato ieri al termine da una incredibile standing ovation,  una carriera internazionale di assoluto prestigio. E fa piacere anche constatare che il Cannone è parso in ottima salute, con la sua voce piena e calda.

 

Premio, prove tecniche di ripartenza

E di Premio Paganini si è parlato oggi nel corso di una conferenza stampa tenuta a Tursi dal sindaco Marco Bucci, dal presidente del Premio Giovanni Panebianco, dal direttore artistico Nazzareno Carusi e dal sovrintendente Claudio Orazi. Panebianco ha fatto il punto sui lavori fin qui realizzati e sulle prospettive. Al momento si sta mettendo a punto la cornice all’interno della quale inserire poi i contenuti. Il Premio, come è noto è tornato biennale e si svolgerà dunque nell’ottobre del prossimo anno, affidato per la parte organizzativa al Carlo Felice. Prassi questa non nuova: anche in passato è stato il Teatro a gestire operativamente il concorso e per diversi anni, anzi, il direttore artistico del teatro (prima Cristina Ferrari, poi Giuseppe Acquaviva) ha ricoperto il medesimo ruolo al concorso stesso.

Del Premio in sè si parlerà il 27 ottobre quando in occasione del compleanno di Paganini verranno nominati alcuni ambasciatori di Paganini nel mondo: li sarà reso noto il bando della 57ma edizione e si potranno valutare le scelte artistiche operate dal nuovo direttore, compresa la formazione della giuria di cui si conosce solo il presidente Salvatore Accardo. Caruso, intanto, ha ampliato il numero dei concerti assicurati al vincitore portandoli a trentacinque: sono più di quelli del 2021 e del 2018, anche se si deve notare che in passato figuravano anche società e teatri esteri, mentre finora quelli che hanno aderito sono tutti italiani. Manca, tuttavia, ancora un anno e ci sarà tempo per integrare.

Sul piano organizzativo si tornerà alle preliminari in varie città del mondo e si spera che per le selezioni lontane da Genova si ricorra a commissioni giudicatrici omogenee onde evitare quelle disparità di giudizio che si erano riscontrate in passato.

Fra le novità realizzate il logo del concorso che abbandona il violino per recuperare una storica effige di Paganini (già presente nel programma della prima edizione) e il sito riveduto e corretto per favorire una più rapida consultazione: sarà pubblicato il 27 prossimo. Infine da segnalare il lavoro di ricognizione avviato sull’archivio che contiene un prezioso materiale tutto da digitalizzare e classificare. Tornando al 27 ottobre sarà anche emesso un francobollo commemorativo, mentre il 3 novembre è previsto un evento all’Ambasciata Italiana di Parigi per presentare la nuova edizione del Premio: nell’occasione si esibirà Giuseppe Gibboni.