Io e Marconi: bello spettacolo in San Matteo

Io e Marconi è un piacevole spettacolo dedicato ai 150 anni della nascita di Marconi e a 100 anni della prima radio italiana. E’ andato in scena ieri sera in piazza San Matteo  nell’ambito del Festival “In una notte d’estate” realizzato da “Lunaria teatro”.

Il lavoro porta la firma di Luca “Sgammas” Guiducci con la regia di Francesco Patanè. Entrambi sono anche protagonisti sul palcoscenico insieme a Sara Zambotti che ha pure collaborato ai testi.

L’originalità dello spettacolo sta nella varietà dei toni usati e soprattutto nella diversità dei linguaggi. Guiducci ha inventato un protagonista, un cuoco marittimo genovese che non aveva mai sentito parlare di Marconi fino a quando, nel 1909, la sua nave “Republic” viene speronata in mare aperto: lui e gli altri 1700 passeggeri si salvano grazie al marconista che utilizzando il telegrafo senza fili lancia l’SOS richiamando ben quattro navi. E’ un episodio reale ed è proprio quel clamoroso salvataggio in mare che farà superare a livello internazionale ogni dubbio sulla invenzione di Marconi.

Il giovane cuoco da allora diventa un fan dell’inventore, ne segue le gesta sui giornali fino alla delusione di vederlo aderire al fascismo: lui prima anarchico e poi partigiano si troverà sulle barricate opposte. E tuttavia la radio inventata da Marconi sarà lo strumento utilizzato da entrambe le fazioni per la propaganda fascista e per la contropropaganda partigiana.

Il racconto mescola fantasia con dati storici reali, alterna l’ironia a riflessioni scientifiche sulla definizione delle onde e sugli esperimenti di Marconi. Una simile varietà avrebbe potuto generare confusione narrativa, ma l’ironia e la verve con cui i tre artisti sviluppano il copione assicura scorrevolezza e piacevolezza alla performance.

Il protagonista è interpretato da Patanè che è abilissimo a conferire al giovane cuoco una ampia gamma di espressività e di atteggiamenti; Guiducci fa la spalla e il cantastorie: canta, suona la chitarra e azione il  theremin uno storico strumento  del 1920 consistente in due antenne alle quali l’esecutore avvicina la mano modificando in modo continuo altezza e intensità dei suoni prodotti.

Sara Zambotti, conduttrice radiofonica, si ritaglia il proprio ruolo commentando, dando voce alla radio stessa, fornendo informazioni di cronaca, di costume, di politica.

Il pubblico, numerosissimo, ha seguito con attenzione. Applausi calorosi e meritati.